Parliamo di libri.

Ho conosciuto Claudia grazie al web, più precisamente su Instagram.

Sono incappata sul suo profilo per caso ed in seguito, sempre casualmente,

ho letto un passo di “Dove ti Trovo”.

Doveva essere mio.

L’ho portato con me a Formentera e mi sono immersa nella lettura.

Mi sono lasciata travolgere, mi sono rimessa in pace con il mondo, ho inspirato energia ed espirato pesantezza.

Mi sono emozionata, ho riso ed ho pianto ma soprattutto mi sono immedesimata con Mia,

la protagonista.

Ho voluto fortemente intervistare Claudia perchè la sua sensibilità, la sua dolcezza e la sua semplicità

di questi tempi sono cosa rara.

Potete trovare i suoi libri su Amazon oppure potete ordinarli direttamente a lei,

scrivendole su Facebook

Buona lettura!

 

 

Claudia, dopo tanto tempo, finalmente eccoci qui!

Classe 1987.

Nata al Sud e cresciuta in Romagna nei gloriosi anni ’90.

Tua madre, sul suo diario, scriveva:

“E’ una bambina con un temperamento forte, indipendente e deciso”

Raccontaci un po’ di te.

 

Eccoci!

Eh si, rileggendo quel diario 30 anni dopo, devo dire che fa un certo effetto.

Mia madre non si sbagliava, anche se avevo poco più di un anno quando ha iniziato a scrivere di me.

Oggi sono una donna, non più una bambina, ma la descrizione rimane la stessa e sono certa che se dovessi chiederle di scrivere di me adesso, userebbe gli stessi aggettivi.

Per 14 anni della mia vita, ho vissuto a Zungoli un piccolo paese in provincia di Avellino, il luogo che chiamo “casa”, in realtà, chiamo casa anche la città che mi ha successivamente adottata e che negli anni ho imparato ad amare: Rimini.

E poi c’è la mia casa immaginaria, dove con la testa e col cuore ci vivo da una vita ed è il mio posto nel mondo: New York.

Mi definisco una “sognatrice cronica”, estremamente sensibile e lunatica.

Sono un mix infinito di aggettivi che vanno da un eccesso all’altro.

Sto imparando solo adesso ad avere a che fare con le vie di mezzo, ma ammetto che è un’impresa difficile, però ci provo.

Vivo con la teoria del “tutto è possibile” in un mondo tutto mio, dove di base ci sono valori e legami che sanno resistere al tempo e dove le piccole cose sono quelle essenziali.

Vivo anche un po’ “last-second”, nel senso che sono la regina dell’ultimo secondo.

Odio programmare le cose, anche perchè non accetto che all’improvviso qualcuno possa cambiare ciò che mi ero prefissata di fare, quindi evito.

Di qualunque cosa si tratti, non anticipo mai i tempi, pur sapendo che risparmierei la fatica di fare tutto di corsa.

Sono anche un po’ “atipica”, nel senso che ad una domenica di shopping preferisco una domenica allo stadio.

Per quanto riguarda l’essere forte, forse lo ero molto più da bambina, ma tutto sommato lo sono anche adesso, solo che è una forza diversa.

Ho e vivo una vita piena e anche se a volte vorrei provare il piacere di fermarmi, poi continuo sempre con lo stesso ritmo.

 

Appassionata di scrittura e di lettura.Due romanzi pubblicati: “Passi” e “Dove ti Trovo”.

Quando hai iniziato a scrivere e da dove nasce questa passione ( che, tra l’altro, ci accomuna! )

 

Io scrivo da quando ho imparato a farlo, cioè da sempre e la cosa straordinaria è che ho conservato tutto ciò che ho scritto, quaderni e diari di quando avevo 10 anni, anche meno e questo mi permette di collegare e capire tante cose.

La passione per la scrittura è cresciuta con me, in maniera del tutto inconsapevole, non ho mai pensato di saper scrivere, l’unica cosa che sapevo, era che, ogni volta che riempivo dei fogli, stavo bene.

Scrivere è stata la mia cura, il mio sfogo, la mia terapia.

Difficile da spiegare come sensazione, ma ha a che fare col benessere interiore. Essendo una persona molto introspettiva e molto sensibile, ho sempre usato il canale della scrittura per farmi capire, per spiegarmi, per liberarmi dai miei stessi pensieri.

Con la lettura ho un rapporto ancora più intimo.

Ogni singolo libro scelto e letto, non è mai arrivato per caso nella mia vita.

Ci sono libri che non sono mai riuscita ad iniziare, altri lasciati a metà e altri che invece vado a risfogliare per vedere cosa avevo sottolineato e quanto c’era me lì dentro.

Poi ci sono i miei due romanzi, completamente diversi l’uno dall’altro, con un unico filo conduttore: Mia, la protagonista.

Un personaggio inventato che si confonde facilmente con la mia persona.

La verità è che c’è sicuramente qualcosa di me in lei e “gioco” molto con questa cosa, mi diverte immaginarmi in un modo piuttosto che in un altro, ed è quello il bello di scrivere libri… il fatto di poter liberare completamente la fantasia, senza nessuna regola, ma potendo scegliere tutte le sfumature e i tratti distintivi dei personaggi.

Scrivo e scelgo come far andare le cose. Nella vita reale non è sempre così.

Mi stupisce che tutti i miei lettori, quando mi scrivono per dirmi cosa ne pensano dei miei libri, si rivolgono a me come se Mia fossi davvero io dalla prima all’ultima pagina, come se fossero romanzi totalmente autobiografici e non abbiano nulla appunto di inventato e di “romanzato”.

Un giorno mi piacerebbe sapere perchè.    

Forse dovrei chiederlo direttamente a loro.

 

Tu ti autoproduci ed è una cosa coraggiosa in questo periodo.

E’ una scelta che rende liberi di esprimersi e di comunicare senza filtri.

Quali sono i pro e quali sono i contro?

 

La scelta dell’autopubblicazione è stata l’unica che potessi fare.

Prima di intraprendere questa strada, ho cercato una casa editrice, senza ricevere nessun riscontro.

Così, ho dato vita al mio progetto da sola, pensando a tutto, dalla copertina all’impaginazione.

Per il primo libro “Passi” ho utilizzato una piattaforma online che mi ha aiutata tantissimo soprattutto con la distribuzione, in quanto ho avuto la possibilità di essere presente in qualunque store online, mentre con “Dove ti trovo?” ho scelto di autopubblicarmi completamente da sola, senza nessun supporto se non quello delle persone che mi hanno aiutata a realizzare il tutto e questo significa che online è disponibile solo la versione ebook, (realizzata sempre da me) e mi occupo direttamente io della spedizione delle copie cartacee.

Ho comprato i miei diritti d’autore e ho usato una semplice tipografia per stampare le copie che poi rivendo personalmente.

Ammetto che all’inizio riuscivo a gestire abbastanza bene il tutto, oggi non è così facile, perchè le persone con le quali mi rapporto sono aumentate notevolmente negli ultimi due anni.

Il “pro” dell’autopubblicazione è solo questo: la libertà di espressione che non ha nessun limite e che personalmente non riuscirei proprio ad accettare.

Non potrei mai scrivere “a comando”.

Io scrivo tutto quello che sento di scrivere, senza nessun tipo di restrizione o regola.

I “contro” sono quelli che riguardano la distribuzione e il supporto sotto tutti gli aspetti, dall’editing alla pubblicità e all’organizzazione delle presentazioni.

 

Fin da subito mi hanno colpito la tua sensibilità e la facilità con cui passi dal raccontare i sentimenti al descrivere una città.

New York è co-protagonista del tuo primo romanzo, “Passi”, in cui c’è un passaggio che ho amato profondamente:

“Bisogna imparare a mettere dei punti, a chiudere i capitoli, a chiudere i libri”.

 

La mia sensibilità mi ha sempre un po’ “spaventata”, a tratti non l’accettavo nemmeno.

Ero troppo, troppo di tutto.

Poi invece, crescendo, ho capito che essere sensibile non significa essere debole, anzi.

E così, la mia vera forza è diventata proprio quella che credevo la mia più grande debolezza.

Non ho mai chiuso nulla, non ho mai messo punti e per assurdo anche mentre scrivevo, facevo fatica a chiudere i capitoli.

E’ per questo che in passato ho fatto l’errore di trascinarmi dietro il mio stesso passato, ed è proprio quando ho imparato a chiudere tutto, che sono rinata.

E’un po’ come Mia, se vogliamo.

E’ difficile imparare, ma è possibile, perchè lasciare spiragli al nostro passato significa solo intralciarsi il presente.

Ciò che è stato, è stato e l’unica cosa che possiamo fare è apprendere la lezione che quel determinato momento di vita ci ha dato, senza ostinarsi a voler tornare indietro a tutti i costi per cambiare il corso delle cose.

Il corso delle cose non si cambia. Per fortuna, aggiungerei in certi casi.

Ad oggi, mi sembra tutto perfetto così com’è.

Ognuno ha i propri tempi, l’importante è riconoscerli. E riconoscersi, sempre.

 

Perché proprio New York?

Come Mia, la protagonista, anche tu saresti pronta a lasciare tutto e  trasferirti oltre Oceano?

Assolutamente si. Ho sempre pensato : “Prima o poi ci andrò a vivere.” e sono certa che succederà, anche se non so quando e per quanto, sicuramente è nella lista dei miei desideri. Ogni tanto vorrei essere davvero come Mia.

Con New York ci siamo scelte a vicenda, ricordo benissimo la sensazione che ho provato quando sono arrivata a Manhattan per la prima volta, mi sentivo a casa, nella mia dimensione perfetta, mi sentivo parte di quelle strade, mi sembrava di conoscere già tutto, per questo dico che è il mio posto nel mondo… perchè nessun luogo al mondo mi fa sentire come mi sento quando sono a NY.

“Dove ti trovo?” l’ho scritto praticamente tutto lì, in poco più di dieci giorni.

Uscivo la mattina presto e tornavo a casa verso sera e passavo l’intera giornata a camminare e fermarmi a scrivere dove volevo.

Lei mi ha dettato ogni singola parola. E’ il motore delle mie parole. E’ stato un po’ come quando s’incontra la persona giusta e si dice “E’ LEI” ecco per me è stato così, amore a prima vista ancor prima di vederla, già la sentivo mia come città.

 

Le nostre strade si sono incrociate per caso, grazie a quella che è croce e delizia del nuovo millennio: la rete ovvero l’internet ovvero i social.

Come li vedi e come li usi per divulgare la tua scrittura?

 

Per me i social sono stati e sono fondamentali e una cosa è certa, non sarei mai arrivata a così tante persone, se non ci fossero stati.

E’ l’unico canale che ho a disposizione per farmi conoscere, ed è così che sono riuscita a divulgare i #passidimia usandoli in maniera costante e lavorandoci quotidianamente.

E’ un mondo relativamente virtuale per quanto mi riguarda, perchè in questi due anni, grazie ai miei libri ho conosciuto tante persone, le stesse che mi leggevano poi sono diventate amiche a distanza.

Io sono sicuramente entrata nelle loro vite grazie ai miei libri ma anche loro sono entrate nella mia, grazie ai loro messaggi e al loro supporto e tu Francesca sei senza dubbio tra loro.

E’ un po’ come se fosse nata una piccola famiglia, ecco si, sento di avere un’altra famiglia, è solo che le persone che ne fanno parte abitano in posti diversi e lontani fra loro.

Ed è bellissimo così. Dico sempre che un giorno spero di incontrarle tutte.

 

E’ proprio grazie ad Instagram ( che io adoro! ) che sono incappata in “Dove ti trovo” e mi sono lasciata travolgere:

“Si continua a viaggiare.

Abbiamo solo bisogno di bagagli leggeri, qualche abbraccio sincero e una bella scorta di coraggio.

Quella sì che aiuta sempre.

Quello a volte ci salva”.

Per una viaggiatrice incallita come me le tue parole sono aria pura.

Il viaggio come metafora della ricerca di chi non sa accontentarsi?

 

Esatto, ne hai colto il senso.

Questa frase (che poi è in assoluto una delle mie preferite)  l’ho scritta pensando ad una mia amica che aveva mollato tutto ed era partita da sola, allontanandosi dal suo mondo quotidiano.

E’ ancora salvata nelle note del mio telefono, con la data di una sera di giugno del 2016.

Ogni viaggio ha bisogno di coraggio, sia i viaggi che facciamo dentro di noi che quelli che ci portano ad andare via, con la speranza poi di ritrovarci.

Chi non sa accontentarsi viaggia solo un po’ di più, soprattutto con la testa.

Io personalmente viaggio molto con la fantasia e probabilmente preparo bagagli immaginari tutti i giorni… e ogni tanto penso che dovrei smetterla, altre volte invece penso che non mi darò mai tregua.

Che poi il bello di certi viaggi è che decidi tu quando partire e quando tornare, ma soprattutto come tornare.

La mia amica, alla fine è tornata, ma nel frattempo sarà partita altre mille volte e io idem.

 

“Bisognerebbe avere sempre il coraggio di seguire il proprio istinto, le proprie passioni.

Bisognerebbe vivere così, spinti da ciò che ci piace.

Sono partita spesso per scappare ma ovunque andassi quello che avevo dentro veniva con me.

Era addosso”.

Ecco che ritorna il viaggio.

Confesso di essermi immedesimata moltissimo perché anch’io, molto spesso, sono partita per scappare ma quando si tratta di sentimenti, loro ti trovano ovunque e forse non è poi così male.

 

In realtà, bisogna avere anche il coraggio di fermarsi e rendersi conto che certe corse continue non porteranno mai a nulla.

E’ che abbiamo sempre un po’ paura di affrontare i sentimenti, siano essi negativi o positivi, perchè ognuno con le proprie esperienze si crea una sorta di manuale di auto-difesa, ma non è scappando che ci difendiamo meglio, l’unico modo per difendersi davvero è restare e affrontare ciò che c’è da affrontare.

E’ solo dopo aver affrontato tutto che scopri il piacere di andare via solo per il bene che può fare staccare la spina, ed è in quel momento che provi il piacere di goderti ogni altra meta, quando ti liberi completamente e ti rendi conto che non stai più scappando da niente e da nessuno.

Ed è quella la sensazione migliore in assoluto.

 

In “ Passi” hai toccato un argomento che mi sta particolarmente a cuore: l’amicizia.

“Quando parlo di lui dico: il mio migliore amico, perché c’è qualcosa ai miei occhi che lo rende il migliore che potessi avere…

Se potessi donare un pezzo di felicità a qualcuno, deciderei di donarla a lui…

L’amicizia è un sentimento che fa da colonna portante nella mia vita…”

 

In questo sono come Mia.

Penso che l’amicizia sia uno dei temi centrali dei miei libri, perchè in realtà è un argomento importantissimo anche nella mia vita reale.

Sempre in “Passi” scrivo che : “L’amicizia vera è pur sempre una forma d’amore.” e penso che questa frase racchiuda perfettamente il mio pensiero.

Ho tanti legami, che io definisco – fondamentali – sono legami forti e tutte quelle persone messe insieme sono la mia forza.

Mi reputo molto fortunata, perchè avere dei buoni amici significa non essere mai soli.

 

Alla fine tutto riporta all’essenza, ai sentimenti, alle emozioni.

“Bisogna solo imparare a sentire. Le persone hanno paura di ascoltarsi.  Le emozioni forti non sono per tutti”.

Leggendoti si percepisce che per te, scrivere, è emozione.

Hai nuove emozioni pronte da imprimere su carta?

Possiamo aspettare con ansia una nuova uscita?

 

Ho iniziato da poco a scrivere il terzo libro, l’ultimo capitolo dei #passidimia , non so quando uscirà, ma arriverà.

Scrivo continuamente e anche se attualmente è tutto in disordine, tra note del telefono, fogli sparsi, quaderni, computer… so bene che alla fine tutto avrà un senso. Io sento e ascolto molto e non mi spaventano le emozioni forti, anzi, sono quelle che mi fanno sentire viva.

Sto scrivendo, ma con calma. Questo nuovo libro avrà un valore particolarmente speciale per me, forse perchè sono cresciuta rispetto al primo, non lo so.

So solo che quel po’ che continuo a leggere e rileggere quel po’ che ho scritto fino ad ora e ho la sensazione che per me, questo, sarà il più bello.