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Sanremo – Una Storia Tutta Italiana – Il Libro!

      Parliamo di Sanremo. La vedete la mia faccia da scema nella foto? Manca meno di una settimana ed io sono prontissima!         Per chiarire…

 

 

 

Parliamo di Sanremo.

La vedete la mia faccia da scema nella foto?

Manca meno di una settimana ed io sono prontissima!

 

 

 

 

Per chiarire qualsiasi dubbio in merito,

io AMO Sanremo.

Amo l’atmosfera che si crea con settimane di anticipo.

Amo il gossip festivaliero del chi veste chi, chi pettina chi,

chi sta con chi, chi vincerà e chi successo avrà.

E poi amo i fiori.

I fiori di Sanremo.

Il mio gruppo di ascolto è lo stesso da anni.

Pochi ma buoni.

Io e Sara.

E Lorena, ogni anno in una città diversa, in collegamento Whatsapp!

Non ci siamo scelte per condividere 5 lunghe serate insieme, è capitato;

semplicemente siamo le uniche che lo guardano,

snobbate da fidanzati, mariti, parenti ed amici.

Tutti contro di noi.

Tutti contro Sanremo.

Ma noi non molliamo anche quando tra i Big non c’è Albano.

Anche se non presenta Gianni che per noi è cosa gravissima.

Lo scorso anno ho avuto la fortuna di conoscere Mauro Gliori:

medico di mestiere e autore de

“Sanremo. Una Storia Tutta Italiana”

insieme e Dario Salvatori, che di Sanremo se ne intende.

 

 

Ebbene,

ci siamo incontrati a casa sua grazie ad amici comuni,

nella bellissima Versilia che d’inverno conserva comunque il suo fascino.

Uno spritz aperol per entrare subito in sintonia e via di racconti.

Mauro è poliedrico: dipinge, ama la musica e gli animali ma soprattutto ama Sanremo.

La quantità enorme di appunti che ho raccolto durante quel

pomeriggio passato con lui che mi ha travolto con i suoi meravigliosi racconti

sanremesi è enorme.

 

 

 

Che il Festival della Canzone Italiana ebbe il suo primo battesimo

il 25 agosto del 1948 alla Capannina del Marco Polo di Viareggio lo sapevate?

Che fino al 1976 la sede del Festival era il Salone delle Feste del Casinò di Sanremo

e non il famoso Teatro Ariston con il suo temutissimo palco vi era noto?

Che Nilla Pizzi occupa tutti e tre i gradini del podio nel 1952 vi pare possibile?

Ebbene, se tutti questi aneddoti vi incuriosiscono,

non potete non leggere questo libro che, come una Bibbia,

ripercorre la storia del Festival di Sanremo,

dal 1951 quando si risolveva tutto in una sola serata in radio

fino alle 5 dirette in mondovisione su Rai 1.

Perchè non parla solo di musica ma racconta anche tutto ciò che sta intorno

a questo grande evento che è il Festivàl.

E’ pieno di aneddoti,

racconti del back-stage,

curiosità e spigolature

( quando avrete in mano il libro, amerete le sue spigolature, ne sono certa! )

 

 

 

Leggere questo libro mi ha fatto pensare che il bello di Sanremo, in fondo, è questo:

sono passati decenni,

siamo cresciuti

e tanti di noi ancora si ritrovano a guardare un programma che ha più di 60 anni.

Perchè la musica è gioia,

è allegria,

è felicità,

è leggerezza.

La musica non ha età.

Sanremo non ha età.

Lode a Sanremo, nonostante tutto!

 

2 commenti su Sanremo – Una Storia Tutta Italiana – Il Libro!

Istanbul – un weekend di storia, di buon cibo, di meraviglia!

  La mia terza volta a Istanbul. Per un weekend di solo relax, bagni turchi, scrub e massaggi. Queste le aspettative. 🕌 È finita che, grazie alla meravigliosa guida di…

 

La mia terza volta a Istanbul.

Per un weekend di solo relax, bagni turchi, scrub e massaggi.

Queste le aspettative.

🕌

È finita che,

grazie alla meravigliosa guida di Scoprire Istanbul,

abbiamo battuto la città da cima a fondo,

da Sultanahmet al Bosforo,

da Piazza Taksim a Sirkeci,

da Galata a Eminönü.

 

Km e km a piedi ma anche ore di chiacchiere,

centinaia di foto,

litri di vino bianco

ma soprattutto hummus come se non ci fosse un domani.

🕌

La Moschea Blu in ristrutturazione da sempre e per sempre,

Aya Sofia che rivederla è ogni volta una meraviglia,

il Bosforo che incanta,

la stazione ferroviaria di Sirkeci dove,

in un battito di ciglia, ti ritrovi a Costantinopoli,

passeggero di quell’Orient Express in arrivo da Parigi

che ancora mantiene intatta la sua magia.

🕌

 

 

Ed è proprio grazie al mio amore smisurato per l’Orient Express

che non potevamo che alloggiare al Pera Palace Hotel. 

Dove nella stanza 411

Agatha Christie scrisse quello che resta tra i miei libri preferiti di sempre,

quello che il film me lo sono guardato in volo

e il libro me lo sono riletto a bordo piscina nell’unico giorno di relax meritato

quanto una pizza la domenica dopo una settimana di dieta.

🕌

Ebbene, il mio relax, i mei bagni turchi, i miei scrub ed i miei massaggi

sono durati un’intera mattinata

– che pare tanto ma è niente per chi,

come me,

sperava in un rave in una SPA da capogiro.

Sono stati giorni pieni di allegria, di sorrisi e di gioia.

Sono stati giorni di grande fermento in una città che non si ferma mai

e che bolle come una pentola sul fuoco

perché Istanbul è in continuo divenire.

Erano anni che mancavo e l’ho trovata piena di energia,

di vitalità,

di forza.

Abbiamo mangiato in locali così cool che ciaone,

abbiamo banchettato con un branzino al sale

che richiede un’intera squadra di pompieri solo per la presentazione

ma della bontà ne vogliamo parlare?

Abbiamo bevuto talmente tanto thè caldo

che forse ci siamo purificati anche senza scendere in SPA ogni sera.

Abbiamo abbandonato i selfie per non mollare bicchieri e posate

ergo le uniche foto tutti insieme sono a tavola

dove i camerieri impietositi ci hanno immortalato.

L’equazione, per noi, resta panza piena e sorrisi a profusione.

Ma soprattutto abbiamo pianificato: viaggi, incontri, vita.

Abbiamo respirato a pieni polmoni e ci siamo rigenerati.

Ti ho salutato con un un velo di tristezza nel cuore

ma sono certa che ci rivedremo perché la magia che ti avvolge è unica, davvero! 

 

A cena da Meze by Lemon Tree non potete mancare:

lo chef reinterpreta la cucina turca. 

Scegliete il menù degustazione e tuffatevi nelle decine di ” meze ”

– antipasti –

che vi verranno serviti.

Cibo buonissimo ed in quanto a gentilezza i migliori!

Prenotate qualche giorno prima perchè è davvero richiestissimo

ed ha pochi tavoli.

Se, invece, volete mangiare pesce fresco,

andate al Sur Balık Restoran Cihangir ,

all’ultimo piano di un palazzo con vista spettacolare sul Bosforo.

Il nostro branzino al sale meritava anche solo per

la presentazione con spettacolo pirotecnico.

Abbiamo alloggiato al Pera Palace Hotel:

ci ha vissuto Agatha Christie

e nella stanza 411 ha scritto Assassinio Sull’Orient Express.

Questo potrebbe già bastare.

Aggiungeteci una location da sogno sul Bosforo, 

una SPA con piscina, bagno turco, sauna e tepidarium

e colazioni spadellate al momento ed il gioco è fatto.

Vi conquisterà.

Tutt’altro che economico ma vale la pena.

P.S. E’ aperto al pubblico per visitarlo avendo al suo interno il primo ascensore

installato in Turchia.

Per quanto riguarda la guida,

mai più senza.

Noi siamo andati alla scoperta della città con Emre di

Scoprire Istanbul

e non posso fare altro che consigliarveli.

Ti cuciono addosso il tour e ti immergono nella bellezza della città

 

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Intervista a Claudia Venuti – autrice di “Passi” e “Dove Ti Trovo”!

    Parliamo di libri. Ho conosciuto Claudia grazie al web, più precisamente su Instagram. Sono incappata sul suo profilo per caso ed in seguito, sempre casualmente, ho letto un…

 

 

Parliamo di libri.

Ho conosciuto Claudia grazie al web, più precisamente su Instagram.

Sono incappata sul suo profilo per caso ed in seguito, sempre casualmente,

ho letto un passo di “Dove ti Trovo”.

Doveva essere mio.

L’ho portato con me a Formentera e mi sono immersa nella lettura.

Mi sono lasciata travolgere, mi sono rimessa in pace con il mondo, ho inspirato energia ed espirato pesantezza.

Mi sono emozionata, ho riso ed ho pianto ma soprattutto mi sono immedesimata con Mia,

la protagonista.

Ho voluto fortemente intervistare Claudia perchè la sua sensibilità, la sua dolcezza e la sua semplicità

di questi tempi sono cosa rara.

Potete trovare i suoi libri su Amazon oppure potete ordinarli direttamente a lei,

scrivendole su Facebook

Buona lettura!

 

 

Claudia, dopo tanto tempo, finalmente eccoci qui!

Classe 1987.

Nata al Sud e cresciuta in Romagna nei gloriosi anni ’90.

Tua madre, sul suo diario, scriveva:

“E’ una bambina con un temperamento forte, indipendente e deciso”

Raccontaci un po’ di te.

 

Eccoci!

Eh si, rileggendo quel diario 30 anni dopo, devo dire che fa un certo effetto.

Mia madre non si sbagliava, anche se avevo poco più di un anno quando ha iniziato a scrivere di me.

Oggi sono una donna, non più una bambina, ma la descrizione rimane la stessa e sono certa che se dovessi chiederle di scrivere di me adesso, userebbe gli stessi aggettivi.

Per 14 anni della mia vita, ho vissuto a Zungoli un piccolo paese in provincia di Avellino, il luogo che chiamo “casa”, in realtà, chiamo casa anche la città che mi ha successivamente adottata e che negli anni ho imparato ad amare: Rimini.

E poi c’è la mia casa immaginaria, dove con la testa e col cuore ci vivo da una vita ed è il mio posto nel mondo: New York.

Mi definisco una “sognatrice cronica”, estremamente sensibile e lunatica.

Sono un mix infinito di aggettivi che vanno da un eccesso all’altro.

Sto imparando solo adesso ad avere a che fare con le vie di mezzo, ma ammetto che è un’impresa difficile, però ci provo.

Vivo con la teoria del “tutto è possibile” in un mondo tutto mio, dove di base ci sono valori e legami che sanno resistere al tempo e dove le piccole cose sono quelle essenziali.

Vivo anche un po’ “last-second”, nel senso che sono la regina dell’ultimo secondo.

Odio programmare le cose, anche perchè non accetto che all’improvviso qualcuno possa cambiare ciò che mi ero prefissata di fare, quindi evito.

Di qualunque cosa si tratti, non anticipo mai i tempi, pur sapendo che risparmierei la fatica di fare tutto di corsa.

Sono anche un po’ “atipica”, nel senso che ad una domenica di shopping preferisco una domenica allo stadio.

Per quanto riguarda l’essere forte, forse lo ero molto più da bambina, ma tutto sommato lo sono anche adesso, solo che è una forza diversa.

Ho e vivo una vita piena e anche se a volte vorrei provare il piacere di fermarmi, poi continuo sempre con lo stesso ritmo.

 

Appassionata di scrittura e di lettura.Due romanzi pubblicati: “Passi” e “Dove ti Trovo”.

Quando hai iniziato a scrivere e da dove nasce questa passione ( che, tra l’altro, ci accomuna! )

 

Io scrivo da quando ho imparato a farlo, cioè da sempre e la cosa straordinaria è che ho conservato tutto ciò che ho scritto, quaderni e diari di quando avevo 10 anni, anche meno e questo mi permette di collegare e capire tante cose.

La passione per la scrittura è cresciuta con me, in maniera del tutto inconsapevole, non ho mai pensato di saper scrivere, l’unica cosa che sapevo, era che, ogni volta che riempivo dei fogli, stavo bene.

Scrivere è stata la mia cura, il mio sfogo, la mia terapia.

Difficile da spiegare come sensazione, ma ha a che fare col benessere interiore. Essendo una persona molto introspettiva e molto sensibile, ho sempre usato il canale della scrittura per farmi capire, per spiegarmi, per liberarmi dai miei stessi pensieri.

Con la lettura ho un rapporto ancora più intimo.

Ogni singolo libro scelto e letto, non è mai arrivato per caso nella mia vita.

Ci sono libri che non sono mai riuscita ad iniziare, altri lasciati a metà e altri che invece vado a risfogliare per vedere cosa avevo sottolineato e quanto c’era me lì dentro.

Poi ci sono i miei due romanzi, completamente diversi l’uno dall’altro, con un unico filo conduttore: Mia, la protagonista.

Un personaggio inventato che si confonde facilmente con la mia persona.

La verità è che c’è sicuramente qualcosa di me in lei e “gioco” molto con questa cosa, mi diverte immaginarmi in un modo piuttosto che in un altro, ed è quello il bello di scrivere libri… il fatto di poter liberare completamente la fantasia, senza nessuna regola, ma potendo scegliere tutte le sfumature e i tratti distintivi dei personaggi.

Scrivo e scelgo come far andare le cose. Nella vita reale non è sempre così.

Mi stupisce che tutti i miei lettori, quando mi scrivono per dirmi cosa ne pensano dei miei libri, si rivolgono a me come se Mia fossi davvero io dalla prima all’ultima pagina, come se fossero romanzi totalmente autobiografici e non abbiano nulla appunto di inventato e di “romanzato”.

Un giorno mi piacerebbe sapere perchè.    

Forse dovrei chiederlo direttamente a loro.

 

Tu ti autoproduci ed è una cosa coraggiosa in questo periodo.

E’ una scelta che rende liberi di esprimersi e di comunicare senza filtri.

Quali sono i pro e quali sono i contro?

 

La scelta dell’autopubblicazione è stata l’unica che potessi fare.

Prima di intraprendere questa strada, ho cercato una casa editrice, senza ricevere nessun riscontro.

Così, ho dato vita al mio progetto da sola, pensando a tutto, dalla copertina all’impaginazione.

Per il primo libro “Passi” ho utilizzato una piattaforma online che mi ha aiutata tantissimo soprattutto con la distribuzione, in quanto ho avuto la possibilità di essere presente in qualunque store online, mentre con “Dove ti trovo?” ho scelto di autopubblicarmi completamente da sola, senza nessun supporto se non quello delle persone che mi hanno aiutata a realizzare il tutto e questo significa che online è disponibile solo la versione ebook, (realizzata sempre da me) e mi occupo direttamente io della spedizione delle copie cartacee.

Ho comprato i miei diritti d’autore e ho usato una semplice tipografia per stampare le copie che poi rivendo personalmente.

Ammetto che all’inizio riuscivo a gestire abbastanza bene il tutto, oggi non è così facile, perchè le persone con le quali mi rapporto sono aumentate notevolmente negli ultimi due anni.

Il “pro” dell’autopubblicazione è solo questo: la libertà di espressione che non ha nessun limite e che personalmente non riuscirei proprio ad accettare.

Non potrei mai scrivere “a comando”.

Io scrivo tutto quello che sento di scrivere, senza nessun tipo di restrizione o regola.

I “contro” sono quelli che riguardano la distribuzione e il supporto sotto tutti gli aspetti, dall’editing alla pubblicità e all’organizzazione delle presentazioni.

 

Fin da subito mi hanno colpito la tua sensibilità e la facilità con cui passi dal raccontare i sentimenti al descrivere una città.

New York è co-protagonista del tuo primo romanzo, “Passi”, in cui c’è un passaggio che ho amato profondamente:

“Bisogna imparare a mettere dei punti, a chiudere i capitoli, a chiudere i libri”.

 

La mia sensibilità mi ha sempre un po’ “spaventata”, a tratti non l’accettavo nemmeno.

Ero troppo, troppo di tutto.

Poi invece, crescendo, ho capito che essere sensibile non significa essere debole, anzi.

E così, la mia vera forza è diventata proprio quella che credevo la mia più grande debolezza.

Non ho mai chiuso nulla, non ho mai messo punti e per assurdo anche mentre scrivevo, facevo fatica a chiudere i capitoli.

E’ per questo che in passato ho fatto l’errore di trascinarmi dietro il mio stesso passato, ed è proprio quando ho imparato a chiudere tutto, che sono rinata.

E’un po’ come Mia, se vogliamo.

E’ difficile imparare, ma è possibile, perchè lasciare spiragli al nostro passato significa solo intralciarsi il presente.

Ciò che è stato, è stato e l’unica cosa che possiamo fare è apprendere la lezione che quel determinato momento di vita ci ha dato, senza ostinarsi a voler tornare indietro a tutti i costi per cambiare il corso delle cose.

Il corso delle cose non si cambia. Per fortuna, aggiungerei in certi casi.

Ad oggi, mi sembra tutto perfetto così com’è.

Ognuno ha i propri tempi, l’importante è riconoscerli. E riconoscersi, sempre.

 

Perché proprio New York?

Come Mia, la protagonista, anche tu saresti pronta a lasciare tutto e  trasferirti oltre Oceano?

Assolutamente si. Ho sempre pensato : “Prima o poi ci andrò a vivere.” e sono certa che succederà, anche se non so quando e per quanto, sicuramente è nella lista dei miei desideri. Ogni tanto vorrei essere davvero come Mia.

Con New York ci siamo scelte a vicenda, ricordo benissimo la sensazione che ho provato quando sono arrivata a Manhattan per la prima volta, mi sentivo a casa, nella mia dimensione perfetta, mi sentivo parte di quelle strade, mi sembrava di conoscere già tutto, per questo dico che è il mio posto nel mondo… perchè nessun luogo al mondo mi fa sentire come mi sento quando sono a NY.

“Dove ti trovo?” l’ho scritto praticamente tutto lì, in poco più di dieci giorni.

Uscivo la mattina presto e tornavo a casa verso sera e passavo l’intera giornata a camminare e fermarmi a scrivere dove volevo.

Lei mi ha dettato ogni singola parola. E’ il motore delle mie parole. E’ stato un po’ come quando s’incontra la persona giusta e si dice “E’ LEI” ecco per me è stato così, amore a prima vista ancor prima di vederla, già la sentivo mia come città.

 

Le nostre strade si sono incrociate per caso, grazie a quella che è croce e delizia del nuovo millennio: la rete ovvero l’internet ovvero i social.

Come li vedi e come li usi per divulgare la tua scrittura?

 

Per me i social sono stati e sono fondamentali e una cosa è certa, non sarei mai arrivata a così tante persone, se non ci fossero stati.

E’ l’unico canale che ho a disposizione per farmi conoscere, ed è così che sono riuscita a divulgare i #passidimia usandoli in maniera costante e lavorandoci quotidianamente.

E’ un mondo relativamente virtuale per quanto mi riguarda, perchè in questi due anni, grazie ai miei libri ho conosciuto tante persone, le stesse che mi leggevano poi sono diventate amiche a distanza.

Io sono sicuramente entrata nelle loro vite grazie ai miei libri ma anche loro sono entrate nella mia, grazie ai loro messaggi e al loro supporto e tu Francesca sei senza dubbio tra loro.

E’ un po’ come se fosse nata una piccola famiglia, ecco si, sento di avere un’altra famiglia, è solo che le persone che ne fanno parte abitano in posti diversi e lontani fra loro.

Ed è bellissimo così. Dico sempre che un giorno spero di incontrarle tutte.

 

E’ proprio grazie ad Instagram ( che io adoro! ) che sono incappata in “Dove ti trovo” e mi sono lasciata travolgere:

“Si continua a viaggiare.

Abbiamo solo bisogno di bagagli leggeri, qualche abbraccio sincero e una bella scorta di coraggio.

Quella sì che aiuta sempre.

Quello a volte ci salva”.

Per una viaggiatrice incallita come me le tue parole sono aria pura.

Il viaggio come metafora della ricerca di chi non sa accontentarsi?

 

Esatto, ne hai colto il senso.

Questa frase (che poi è in assoluto una delle mie preferite)  l’ho scritta pensando ad una mia amica che aveva mollato tutto ed era partita da sola, allontanandosi dal suo mondo quotidiano.

E’ ancora salvata nelle note del mio telefono, con la data di una sera di giugno del 2016.

Ogni viaggio ha bisogno di coraggio, sia i viaggi che facciamo dentro di noi che quelli che ci portano ad andare via, con la speranza poi di ritrovarci.

Chi non sa accontentarsi viaggia solo un po’ di più, soprattutto con la testa.

Io personalmente viaggio molto con la fantasia e probabilmente preparo bagagli immaginari tutti i giorni… e ogni tanto penso che dovrei smetterla, altre volte invece penso che non mi darò mai tregua.

Che poi il bello di certi viaggi è che decidi tu quando partire e quando tornare, ma soprattutto come tornare.

La mia amica, alla fine è tornata, ma nel frattempo sarà partita altre mille volte e io idem.

 

“Bisognerebbe avere sempre il coraggio di seguire il proprio istinto, le proprie passioni.

Bisognerebbe vivere così, spinti da ciò che ci piace.

Sono partita spesso per scappare ma ovunque andassi quello che avevo dentro veniva con me.

Era addosso”.

Ecco che ritorna il viaggio.

Confesso di essermi immedesimata moltissimo perché anch’io, molto spesso, sono partita per scappare ma quando si tratta di sentimenti, loro ti trovano ovunque e forse non è poi così male.

 

In realtà, bisogna avere anche il coraggio di fermarsi e rendersi conto che certe corse continue non porteranno mai a nulla.

E’ che abbiamo sempre un po’ paura di affrontare i sentimenti, siano essi negativi o positivi, perchè ognuno con le proprie esperienze si crea una sorta di manuale di auto-difesa, ma non è scappando che ci difendiamo meglio, l’unico modo per difendersi davvero è restare e affrontare ciò che c’è da affrontare.

E’ solo dopo aver affrontato tutto che scopri il piacere di andare via solo per il bene che può fare staccare la spina, ed è in quel momento che provi il piacere di goderti ogni altra meta, quando ti liberi completamente e ti rendi conto che non stai più scappando da niente e da nessuno.

Ed è quella la sensazione migliore in assoluto.

 

In “ Passi” hai toccato un argomento che mi sta particolarmente a cuore: l’amicizia.

“Quando parlo di lui dico: il mio migliore amico, perché c’è qualcosa ai miei occhi che lo rende il migliore che potessi avere…

Se potessi donare un pezzo di felicità a qualcuno, deciderei di donarla a lui…

L’amicizia è un sentimento che fa da colonna portante nella mia vita…”

 

In questo sono come Mia.

Penso che l’amicizia sia uno dei temi centrali dei miei libri, perchè in realtà è un argomento importantissimo anche nella mia vita reale.

Sempre in “Passi” scrivo che : “L’amicizia vera è pur sempre una forma d’amore.” e penso che questa frase racchiuda perfettamente il mio pensiero.

Ho tanti legami, che io definisco – fondamentali – sono legami forti e tutte quelle persone messe insieme sono la mia forza.

Mi reputo molto fortunata, perchè avere dei buoni amici significa non essere mai soli.

 

Alla fine tutto riporta all’essenza, ai sentimenti, alle emozioni.

“Bisogna solo imparare a sentire. Le persone hanno paura di ascoltarsi.  Le emozioni forti non sono per tutti”.

Leggendoti si percepisce che per te, scrivere, è emozione.

Hai nuove emozioni pronte da imprimere su carta?

Possiamo aspettare con ansia una nuova uscita?

 

Ho iniziato da poco a scrivere il terzo libro, l’ultimo capitolo dei #passidimia , non so quando uscirà, ma arriverà.

Scrivo continuamente e anche se attualmente è tutto in disordine, tra note del telefono, fogli sparsi, quaderni, computer… so bene che alla fine tutto avrà un senso. Io sento e ascolto molto e non mi spaventano le emozioni forti, anzi, sono quelle che mi fanno sentire viva.

Sto scrivendo, ma con calma. Questo nuovo libro avrà un valore particolarmente speciale per me, forse perchè sono cresciuta rispetto al primo, non lo so.

So solo che quel po’ che continuo a leggere e rileggere quel po’ che ho scritto fino ad ora e ho la sensazione che per me, questo, sarà il più bello.

 

 

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Un cammeo che arriva da lontano!

    Da piccola ne avevo uno che portavo sempre con me nel mio portapenne. Insieme alle matite di Poochie ed alle gomme del Mulino Bianco. Macchiato di penna azzurra…

 

 

  1. Da piccola ne avevo uno che portavo sempre con me nel mio portapenne.
  2. Insieme alle matite di Poochie ed alle gomme del Mulino Bianco.
  3. Macchiato di penna azzurra – che a quei tempi scrivevo solo con la stilografica del colore del mare.
  4. Poi, nell’archiviare i ricordi, probabilmente, ho archiviato anche lui.
  5. Sono passati anni da quel dì e qualche giorno fa mi arriva in dono un cammeo identico.

  6. La persona che me l’ha regalato non ricorda come ne sia entrata in possesso,
  7. ma è stato con lei per più di vent’anni.

  8. Mi piace pensare che, per vedersi meglio, sia utile allontanarsi.

  9. Mi piace pensare che abbia vagato per poi tornare da me.

 

  1. Mi piace pensare che sia tornato quando ha sentito aria nuova.
    Mi piace pensare che andremo lontano, con la certezza che il Mulino dal tetto rosso sarà lì ad aspettarci quando sentiremo il bisogno di tornare a casa🌟
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L’ Abito da Sposa – di chiacchiere, passioni, amore e sogni che si avverano!

  Noi che per i casi fortuiti della vita, ci siamo incontrate nel web. Noi che è stato amore alla prima mail e condivisione al primo mantecato e bollicine. Noi…

 

  1. Noi che per i casi fortuiti della vita, ci siamo incontrate nel web.
  2. Noi che è stato amore alla prima mail e condivisione al primo mantecato e bollicine.
  3. Noi che vorremmo abbracciarci ma poi ci perdiamo in chiacchere e l’affetto tocca
  4. scambiarcelo via Whatsapp #colpodifulmine
  5. Noi che dall’accarezzare le idee al metterle in pratica passano 5 minuti.
  1. Io e la Gily.

 

 

 

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  1. Chiara Gily – commercialista perplessa e scribacchina felice.
  2. Parla di finanza nella sua rubrica su Cosmopolitan, e di moda e matrimonio ne
  3. L’Abito da Sposa.
  4. Wedding Planner.
  5. Due blog.
  6. Napoletana come la bufala e francese come la baguette.
  7. Le due cose insieme sono delizia allo stato puro, si sa!
  8. Mamma di Francy e moglie di Giampy.
  9. Amica coinvolgente e fonte inesauribile di idee.
  10. Per me è stato emozionante presentare lei ed il suo L’Abito da Sposa
  11. – piccolo manuale di eleganza matrimoniale pubblicato da Astraea.

 

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  1. Il 18 dicembre, perché è un bel numero e ci ha portato sempre cose belle.
  2. Al Factory Concept Store di Trieste non abbiamo parlato solo di regole da manuale
  3. e di bon ton matrimoniale.
  4. Abbiamo parlato di passioni e di sogni.
  5. Passioni che non bisogna smettere di coltivare.
  6. Sogni che se ci credi si avverano.
  7. Entusiamo, amore e caparbietà che non dovremmo usare solo nello scegliere
  8. l’abito ma che in ogni singolo giorno della nostra vita.
  9. Può apparire strano in un mondo in cui tutto va troppo veloce,
  10. tutto è troppo superficiale,
  11. tutto è troppo o è troppo poco.
  12. Noi che insieme, farci stare zitte è impossibile, abbiamo chiacchierato, abbiamo
  13. riso, ci siamo commosse.
  14. Alimentate da un pubblico partecipe, divertente e divertito.
  15. La Gily sostiene che il tempo passa troppo in fretta.
  16. Che di eleganza non ce n’è mai abbastanza.
  17. Che della favole non ci si stanca mai.
  18. Che il ripensare al proprio abito da sposa fa illuminare gli occhi anche alla sposa
  19. più composta.

 

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  1. Io invece credo ai numeri fortunati.
  2. Credo ai colpi di fulmine.
  3. Credo agli incontri magici.
  4. Credo ai cerchi che si chiudono.
  5. Credo ai sogni che si avverano.
  6. Credo che ci sia tanto di bello.
  7. Non è necessario essere in procinto di dire sì, lo voglio.
  8. Non è necessario nemmeno averlo in programma.
  9. In effetti non necessario nemmeno avere un fidanzato.
  10. L’unica cosa veramente necessaria è il saperlo cogliere, il bello.
  11. Può essere un luogo, un’emozione, un fiore, un abito, questo libro.

 

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  1. Ringraziamo il Factory Concept Store di Trieste che ci ha ospitato, Prà del Re per le fantastiche bollicine e Ginger per i deliziosi cupcakes con cui abbiamo chiuso la presentazione. Ma soprattutto ringraziamo tutti voi che siete venuti così numerosi: è stato bello brindare al Natale, all’amore e alla vita🌟

 

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Gipsy e le sue Ricette dal Cuore a Trieste! Basta incontrarsi ed è già Natale!

    C’è stato un momento in cui avevo smesso di credere. Un momento in cui ho tentato di accontentarmi.   Poi, lungo la strada, un sacco di nuovi incontri….

 

 

  1. C’è stato un momento in cui avevo smesso di credere.
  2. Un momento in cui ho tentato di accontentarmi.

 

  1. Poi, lungo la strada, un sacco di nuovi incontri.

 

  1. Stiamo andando tutti nella stessa direzione ma arriviamo da posti diversi.
  2. Ci unisce la voglia di condividere, di confrontarci, di crescere.

 


  1. Due gitani in visita.

  2. Un libro da presentare e da raccontare.

 

  1. Trieste, la mia città.

 


  1. Le Ricette dal Cuore di Alice.

 

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  1. Alla libreria Lovat prima e al Factory Concept Store poi
  2. – più famigliare, più caldo, più informale – 

 

  1. ci raduniamo tutti intorno a Chiara che, con il suo allure francese, chiacchera con un’Alice che ci racconta e si racconta.

 

Il suo cappello rosso come il suo sorriso: caldo, avvolgente, famigliare.

  1. Ci sono le amiche di una vita ma ci sono anche primi incontri.

 

  1. C’è Monica che festeggia il suo compleanno e si emoziona quando, tutti insieme, intoniamo Happy Bday.

 

  1. Ci sono i gitani con una t-shirt che più natalizia non si può.

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  1. C’è l’amore, che alla fine, resta ciò che muove tutto!

 

  1. Quì è già Natale e non può essere un caso.

  2. Alice profuma di vaniglia.

  3. Spadella su tacchi altissimi tra pizzi, lucine ed una musica che ci accarezza.

  4. Mangiamo formaggi francesi e beviamo champagne mentre dal forno il profumo del pain d’épice ci avvolge.

 

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  1. Il tempo pare essersi fermato in una città insolitamente nebbiosa.

  2. Riprende a scorrere subito dopo un veggie burger malinconico pre partenza.
  3. In questo weekend infrasettimanale ho avuto la fortuna di incontrare persone speciali.
  4. Persone che, pur abitando nella stessa città, non ci siamo mai incrociati prima.
  5. Persone vere, luminose, brillanti.

 

  1. Gli occhi di Francesca scintillano come la sua Locanda alle Beccherie:
  2. un tripudio di gioia, di luce, di semplice bellezza.
  3. C’è profumo di legno, cannella, spezie, zucchero a velo e amicizia.

 

  1. Alberto che è una forza della natura e che riesce in ciò che nella vita dovrebbe essere fondamentale: ridere e far ridere.
  2. Lui che il suo cuore grande lo si percepisce dall’accoglienza che ha riservato a tutti noi al primo incontro a cena al Veg.

 

  1. Chiara che è stata una scoperta.
  2. Una gipsy per passione e appassionata.
  3. Un’amante del gioco di squadra.
  4. Una motivatrice ma soprattutto una persona generosa.

 

 

  1. Sono ancora disorientata da tanta bellezza.
  2. Ho ripreso le mie cuffie rosa e ascolto quella playlist natalizia che mi da conforto.
  3. Ma soprattutto ripercorro questi bellissimi giorni di cui non abbiamo nemmeno un selfie.
  4. Non una foto ricordo di noi tutti insieme ma abbiamo molto di più,
  5. abbiamo nel cuore la consapevolezza che non bisogna smettere mai di credere.

  6. Anche quando siamo travolti dai dubbi e dalle incertezze.

  7. Ci sono persone bellissime.
  8. Ci passano accanto, basta saperle vedere.
  9. A volte basta incontrarsi ed è subito Natale 🌟

 

 

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Ringrazio Alberto, Alessandro, Alice, Chiara, Francesca, Sara, Simone per essere, chi da tanto e chi da pochissimo, nella mia vita.

  1. Grazie a Clara del Welcome Veg che da te ci sentiamo sempre a casa ( il tuo hummus resta imbattibile! ).
  2. Grazie a Libero che ci permesso di mangiare veg e ci ha fatto trovare ancora la mousse di castagne con la crema di cachi.
  3. Grazie alla Locanda alle Beccherie per aver aperto le porte a noi e al nostro Natale anticipato.
  4. Grazie a Sara e Simone del Factory Concept Store perchè mi hanno dato carta bianca e ne è uscita una cosa bellissima.
  5. Grazie a Prà del Re che ci ha fatto di brindare con le sue buonissime bollicine.
  6. Ce ne fossero di più di persone come voi,
  7. it would be a better world!

P.S. Sono sicura che Alice vorrebbe che ringraziassimo anche Babbo Natale.

Perchè lui c’è 🙂

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  1. Locanda alle Beccherie : www.allebeccherie.com
  2. Welcome Veg: welcomebistrot.blogspot.it
  3. Hostaria da Libero: www.hostariadalibero.com
  4. The Factory Concept Store: www.factoryconceptstore.it
  5. Pra’ del Re: www.pradelre.net/it
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