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Bahrain – Un racconto mediorientale tra petrolio, perle e palme!

  Una storia d’amore combattuta la mia,  con il Medio Oriente. Sono andata in Egitto la prima volta l’anno della maturità  ( scolastica, non generale ). Mi sono innamorata (…

 

Una storia d’amore combattuta la mia,  con il Medio Oriente.

Sono andata in Egitto la prima volta l’anno della maturità  ( scolastica, non generale ).

Mi sono innamorata ( pure in senso letterale 🙂 ! )

Sono tornata con gli occhi a cuore per la meraviglia che ho visto che Luxor, le tombe, le piramidi e tutto il loro cucuzzaro sono da vedere almeno una volta nella vita e ti lasciano senza parole. Mi sono ripromessa di andare a curiosare altri paesi  e in un paio d’anni ho visitato Turchia, Libano, Emirati Arabi, Oman, Giordania, Qatar

( e forse ancora qualcos’altro che non ricordo ).

Sono fortemente attratta dalla storia così diversa,  dai colori, dalla musica, dagli odori.
E poi i sapori, che cerco di riprodurre a casa ma risultano essere

sempre un surrogato brutta copia dell’originale.

Mi sono chiesta spesso se solo il mio famoso entusiasmo

così ho deciso di volare altrove ma poi mi torna il friccichìo

e trovo qualche paesino inesplorato.

Ed eccomi qui.

 

 

Fino al 1932 l’economia del Bahrein si basava principalmente
sull’esportazione di perle.
Le barche uscivano periodicamente a caccia di
ostriche per rifornire di perle il mondo intero.
Solo dalla metà degli anni ’30, quando scoprirono di
vivere su giacimenti di petrolio, l’economia barenita cambiò radicalmente.
Ora è basata quasi totalmente sull’esportazione
di petrolio, gas naturale e turismo (pochissimo ) che
arriva principalmente dalla
vicina Arabia Saudita.

 

 

Il BWTC
Bahrain World Trade Center
è un edificio alto 240 metri e
si trova a Manama, capitale
del Bahrain.
E il primo grattacielo al
mondo che integra delle
turbine eoliche nella sua
struttura.

 

 

La Grande Moschea Al-Fateh (“Masjid al-Fatih” )

è una delle più grandi moschee al mondo ed è il più
grande edificio religioso del Bahrain.
Ha due minareti e una sola cupola!

 

 

Qal’at al-Bahrayn conosciuto anche col nome di Fortezza del Bahrain o di Fortezza portoghese, un tempo era la capitale della Cultura Dilmun, mentre in epoca più recente è stato utilizzato come fortezza portoghese.

Dal 2005
è nell’elenco dei
Patrimoni dell’umanità
dell’UNESCO.
Tipico tell,
ovvero una collinetta
artificiale venutasi a creare
per la sovrapposizione di
successivi strati dovuti
all’occupazione umana.

Per raggiungerlo una strada
bellissima che costeggia il mare.

Al centro del fortino.
Con lo skyline di Manama alle spalle.
Questa cosa l’ho vista spesso ma ogni volta mi fa un certo effetto pensare di essere con
i piedi letteralmente nel passato ed avere davanti a me il presente.

 

 

A Manama, la capitale, c’è un Souk che io ricorderò per la semplicità e la poca “vita” mediorientale ma soprattutto per la quantità di negozi di profumi.

Le essenze che vengono prodotte in medio oriente sono tanto concentrate
quanto famose.
Vengono vendute in piccole boccette chiccosissime e si applicano come fosse olio attraverso una bacchetta o una sfera perchè bastano davvero poche gocce.

 

 

Ma la cosa più curiosa è la situazione turismo.

Noi siamo arrivati in Bahrain di lunedì e l’hotel era deserto.
Il giovedì, come per magia, si è popolato.
Pieno, tanto da dover prenotare le sdraio in spiaggia.
Ci hanno spiegato che è il turismo del fine settimana, ormai prerogativa dell’Arabia
Saudita, perché qui è permesso tutto ciò che non è permesso laggiù.
Cosi il giovedì sera, inizio del loro weekend, si ritrovano alla dogana sul ponte König
Fahd e, una volta superato, si tuffano nella vita sociale e notturna del Bahrain dove
alcool&rock’n’roll sono i benvenuti.

 

 

Il ponte Re Fahd  è una tratta di 25 km di ponti e dighe che collega
l’Arabia Saudita al Bahrein. È abbastanza surreale da percorrere.

Mi ha ricordato, per un momento, i tanti ponti delle Lofoten.

 

 

 

E ultimo ma non ultimo il Bahrain International Circuit.

E’ un circuito automobilistico costruito alla periferia di Manama, capitale del Bahrain, per ospitare a partire dal 2004 il Gran Premio del Bahrain di Formula 1 e altre competizioni.

Posizionato al centro di un deserto, il circuito soffre del problema della sabbia soffiata dal vento sulla pista che può compromettere la regolarità delle gare. Per alleviare ciò gli organizzatori usano uno speciale spray adesivo con cui vengono trattate le zone sabbiose immediatamente intorno al tracciato.

 

 

Il Bahrain è perfetto per un weekend lungo.

Noi siamo partiti da Lubiana, abbiamo fatto scalo a Istanbul

e siamo atterrati a Manama la mattina all’alba così ci siamo conquistati una giornata intera.

Abbiamo alloggiato al Sofitel Bahrain Zallaq Thalassa sea & spa

che si è meritato un post a parte data la sua bellezza 🙂

 

 

 

 

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Finalmente Canada!

    { del viaggio più bello ma soprattutto più divertente degli ultimi anni. Di risate fino alle lacrime e di band in trasferta. Di migliaia di km percorsi e…

 

 

{ del viaggio più bello ma soprattutto più divertente degli ultimi anni.
Di risate fino alle lacrime e di band in trasferta.
Di migliaia di km percorsi e di gioia, quella vera!}

 

 

 

Iniziamo dalla fine, dagli highlights from Canada!

 

il primo giorno vogliamo vedere tutto ma 3 h e mezza di pranzo sull’Harbourfront ci blocca.

Ad onor del vero fu lo spalmamento di crema su di un braccio tatuato a fermare la nostra foga ed accenderne un’altra, di foga !

La pianificazione della prima, deliziosa breakfast canadese.
Girare mezza città in bus senza biglietto per scoprire che il posto si è trasferito.
Alla fine, chi ti salva il culo, è sempre Starbucks!
Le nostre guide di questo viaggio:
un lui, simpaticissimo, maglietta acrilica nera con odori di dubbio gusto.
Ad inizio giornata sopportabile, a fine giornata c’è bisogno della maschera d’ossigeno.
Ma lo ricorderò sempre con tanto affetto.
La vecchietta a Montréal, pareva esalasse l’ultimo respiro ad ogni parola.
Con noi è sopravvissuta, non so con quelli dopo!
Montréal potrei riassumerla così: looking for Leonard Coen and for an hairdresser!
Ci siamo capiti, no?
Del nostro viaggio verso il nord.
Prendiamo il treno diretto a Vancouver
( durata del viaggio: 5 gg e 4 notti ).
Noi, per arrivare a destinazione ci impieghiamo 3 ore circa.
Distanza percorsa 150 km circa.
Ci siamo capiti di nuovo!
Welcome to Washago.
That means no taxi, no buses, no WiFi, nothing and nobody.
In the middle of nowhere.
Ma è così caratteristico!
Entrata trionfale al Casinò Rama.
Vedere una testa ricciolina e correre con la valigia attraverso tutta la hall.
Io vedo fiches ovunque, lei l’ammmmore!
Sempre a Rama: colazione modello Gilda: capello biondo al vento e abbigliamento da Red carpet che qui va così.
Sempre a Rama ( si è capito che abbiamo dato il meglio qui? ):

“ Ciao!
Scusa se ti disturbo.
Non sono una vostra fan e non conosco neanche una canzone ma ho accompagnato fino a qui la mia amica, quella nascosta dietro la colonna.
Per favore, potete parlarvi?
Grazie! “


Come dire: mi piace essere incisiva, sempre!
La colonna sonora che ha accompagnato il nostro meraviglioso viaggio: talmente ‘90 da rimpiangere le Spice!
Sogni d’oro, anzi d’acero & you’re very welcome lady!
Ultimo ma non ultimo e sempre e comunque GO RAPTORS GO!

 

 

Finalmente sono andata dall’altra parte ✈️

Le diedero ali per volare e lei le usò come coperte per difendersi dal mondo.

Dopo mesi intensissimi ( che solo chi mi vive veramente può capire e per la vostra pazienza vi ringrazio  ) di montagne russe e di emozioni forti avevo bisogno di respirare quest’aria qui.
Sono due anni che cerco di andare da questa parte del mondo ma tutto mi ha portato dall’altra.
Ma la cose, si sa, arrivano al momento giusto.
Ed eccomi qui.
Inaspettatamente.
Felice.
Scelte di pancia ( come sempre ) che non si sbaglia mai

Toronto mi ha accolta con una nebbiolina stile Twin Peaks, una pioggerellina fastidiosissima e 14 freschissimi gradi ma io sono semplicemente grata perchè le mie ali sono la mia coperta calda e tutto intorno è magia.

 

Dopo anni di viaggi in zone che profumano di coriandolo e zenzero, arriva l’occasione di partire per l’altra parte.Starbucks, cheeseburger, big steak e fiumi di birra che qui producono un po’ dappertutto.

Toronto, che figata!
Multietnica, ordinatissima, luminosa ma soprattutto soleggiata dopo un inizio non proprio incoraggiante ( e comunque si, insolazione anche stavolta ma ormai lo voglio vedere come un buon segno ).
Skyline strepitoso dalle Toronto Islands ma altrettanto affascinate dalla CN Tower dove normalmente si fanno ore di coda per salire ed altrettante per scendere ma noi siamo arrivati qui sotto una buona stella perciò è stato un attimo.
Il resto del tempo lo abbiamo passato ad ammirare la quantità di verde che circonda la città e che la rende tra le più vivibili del Nord America.
Abbiamo pranzato lungo l’Harbourfront che si estende lungo le rive del lago Ontario e credetemi è figo assai.
Ma è il Distillery District che ci ha fatto innamorare.
Ex zona industriale vittoriana, sede della più grande distilleria di whisky del mondo e totalmente ristrutturata negli anni ‘90, piena di caffè, ristoranti, gallerie, studi di artisti eclettici e di un sacco di negozietti tipici che si snodano lungo le vie di ciottoli color rosso malta.
C’è poco da dire, Toronto mi piaci!
Però mi hai distrutta come nessuna mai che ho perso il conto dei km percorsi e delle ore di sonno non recuperate.
Ieri sera ho ceduto le armi e mi sono tuffata nel lettone senza scrivere e, lo sapete, non è cosa da me.
Passano gli anni e decisamente non reggo il fuso orario come un tempo.

 

 

Ad un paio d’ore di auto da Toronto – attenzione attenzione – squillino le trombe che finalmente ho viaggiato con Greyhound e mi sono quasi commossa per questo – ci sono le

Cascate del Niagara

Dal Table Rock si può ammirare una delle meraviglie del mondo, le Horseshoe Falls, dove il Niagara River si lancia per 53 mt da un precipizio lungo oltre 300 mt ( spiegone preso dalla mia guida che io di solito sono intenta a farmi i selfie, non a studiare! ).

Ma partiamo dall’inizio.
Grazie a Dio che ci sono questi intermezzi utili tra un posto e l’altro che non ho nemmeno il tempo di riordinare le foto, figuriamoci di scrivere.
Sul Greyhound ho sistemato idee e pensieri per poi dedicarmi ad una meravigliosa giornata di sole in cui abbiamo spuntato, nell’ordine:

Niagara Falls:

lasciate perdere il contorno un po’ troppo americano fatto di palazzoni specchiati, hotel enormi e Casinò in cui tentare la fortuna.
Estraniatevi da tutto e godetevi ciò che la natura vi presenta.
Siamo esserini piccoli piccoli e non bastano i grattacieli e lo scempio che la mano umana ha creato intorno per distogliere dalla vera bellezza.
Le Cascate, con tutta la loro potenza, travolgono e avvolgono.
Non fermatevi sul deck per le foto di rito, scendete, imbarcatevi e fatevi portare sotto le Cascate.
È lì che troverete la vera magia.
Ci si dimentica tutto, ci si emoziona, ci si bagna anche ma, nonostante le opinioni siano molto discordanti che del Niagara me ne hanno dette di ogni, per me, rimane una delle esperienze a contatto con la natura più belle ed emozionanti che abbia vissuto.

 

 

Niagara on the Lake:

Spostandosi dalle Cascate verso questo delizioso paesino, si costeggiano km di vigne talmente curate che neanche su FarmVille e distese di tipiche case americane/canadesi/inglesi as u prefer.
Io sono rimasta incollata al finestrino per tutto il tempo, rapita dalla meraviglia della natura e dal silenzio.
E poi si arriva nel cuore di questa graziosa e invariata cittadina della metà dell’800.
Case georgiane e neoclassiche, carrozze trainate da cavalli ( in piena salute ), case color pastello ma soprattutto negozi di Natale aperti tutto l’anno.
Serve dirlo che ho fatto incetta di addobbi e che quest anno toccherà addobbare due alberi?
Serve dirlo che qui ci voglio tornare per assaporare a fondo tutta questa meraviglia?
E poi da Carlotta ho mangiato uno dei gelati più buoni non solo delle Americhe ma in assoluto, che trovare un vero pistacchio di Bronte qui non è per niente scontato. 

Se passate in zona non potete non fermarvi.

 

 

A fine giornata ci siamo fermati da Trius Wine per una degustazione di Ice Wine e, al solito, ci siamo fatte riconoscere: non ci era chiaro se era buono o buonissimo perciò abbiamo dovuto chiedere un rabbocco!
Nel frattempo in Italia è scoccata la mezzanotte e la mia sorella di cuore compie gli anni perciò tocca brindare again and again!
Saltiamo la cena e ci dedichiamo ai trattamenti di bellezza ma soprattutto pianifichiamo i prossimi giorni che la sorpresa è dietro l’angolo!

 


What a surprise!

We moved to Montréal

Era impossibile non farci un salto che, oltre ad essere la più grande provincia canadese del Quebec è anche la città più romantica del Canada e vuoi non visitarla?
Città fluviale, si sviluppa lungo le sponde del Saint Laurent e arriva fino al Mont Royal da cui prende il nome e dalla cui verde cima si domina tutta la città.
Sole alto ed un venticello che rinfresca corpo e mente ci hanno accompagnato in questa meraviglia di posto.
Bellissima perché sorprendente.
I suoi quartieri sono tutti diversi tra loro: si va dal Vieux-Montréal con le sue strade acciottolate, lo stile francese coloniale e la basilica neogotica di Notre-Dame in centro, al quartiere bohémien Plateau.
È un pout pourri di stili, di colori e di gente.
E lo so che mi innamoro spesso, che le città che visito mi piacciono tutte, che mi lascio travolgere dalla bellezza, sempre.
Che sono entusiasta, sempre.
Ma ditemi, potrebbe essere il contrario?

 

 

Di certi paesini, dove il tempo si è fermato, dove non ci sono taxi, rent a car o pompe di benzina.
Dove la stazione dei treni sembra quella della Playmobil.
Dove le insegne sono le stesse dagli anni ‘80.
Dove tutto intorno sono foreste e laghi.
Dove la ragazza bionda del drugstore ti carica in macchina e ti porta a destinazione.
Con il sorriso.
Dovrebbe essere così ovunque.
Ed è bellissimo.

Questa è Washago!

 

 

 

Mi sono innamorata del Distillery District di Toronto.
Ex zona industriale vittoriana, sede della più grande distilleria di whisky del mondo e totalmente ristrutturata negli anni ‘90, piena di caffè, ristoranti, gallerie, studi di artisti eclettici e di un sacco di negozietti tipici che si snodano lungo le vie di ciottoli color rosso malta.
Musica dal vivo e leggerezza.
Imperdibile.

 

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Hong Kong – un mondo di colori, di natura lussureggiante, di sapori coloniali!

  Alla fine arrivare a Hong Kong è stato meno lungo del previsto. La botta di melatonina e le comode poltrone della World Traveller Plus di British Airways  che mi hanno…

 

Alla fine arrivare a Hong Kong è stato meno lungo del previsto.

La botta di melatonina e le comode poltrone della World Traveller Plus di British Airways 

che mi hanno fatto dormire 12 ore filate così da arrivare qui fresca come una rosa  

Giusto il tempo di una manicure a bordo e ci ritroviamo a Hong Kong.

Peccato i 32 gradi umidissimi alle 8 di sera che mi hanno appassito in tempo record.

 

Hong Kong svetta verso l’alto ed è piena di colori.

Le strade sono piene di vita,

di gente e di pantigane giganti che attraversano sulle strisce tra pedoni frettolosi.

Ma parliamo di cose belle ovvero una cena delicious al Chiu Tang nel cuore della città 

Abbiamo assaggiato tutto il menù e bevuto litri di the caldo

( io continuerò sempre a preferire bevande ghiacciate

quando fuori c’è un caldo talmente torrido che l’Africa è una passeggiata )!

Ebbene, come ogni volta in cui decido di prenderla comoda,

ho pianificato i prossimi giorni in maniera serratissima

che questa è un’altra città che non dorme mai.

 

 

 

Camminare poco a Hong Kong è assolutamente impensabile.

 

Fosse solo per cambiare metro, sottoterra, dalla rossa alla verde.

Tocca macinare talmente tanti km che il contapassi va in tilt.

Ho visto migliaia di persone lì sotto.

Chi in prendisole

( con la protezione 50 che ti ustioni solo ad uscire dal portone di casa! ),

chi con jeans e felpa,

chi con le collant 80 denari contenitive e pure con due filetti di cashmere

che il cashmere, si sa, sta bene sempre.

 

 

È questo che mi sorprende delle grandi città asiatiche:

la varietà della gente che le abita.


Ogni volta mi fermo a guardarle e a fotografarle

per poi ricordarmi che anche quella volta a Singapore,

quell’altra a Kuala Lumpur

e pure quella a Tokyo.

 

 

Ebbene, non smetterei mai di ammirare la diversità.

E poi è tra i palazzi fatiscenti che svetta lo skyline di Hong Kong.

Venire qui senza salire sul Victoria Peak è un delitto.

Il Peak Tram che porta sulla cima è lì dalla fine dell’800

a ricordarci quanto il polmone verde della città fosse importante,

da sempre.

 

È da lassù che si può ammirare l’imponenza di Hong Kong

e la sua grande bellezza.

È da lassù che si respira quando a downtown l’afa di maggio ti stritola.

È da lassù che si parte per passeggiate immerse nel verde dei boschi

che avvolgono la montagna.

Ebbene, il mio telefono mi dice 10 km e più e siamo appena scesi.

 

Camminiamo tra negozietti tipici,

pieni di ciarpame misto a collane d’oro,

maschere di bellezza, ventilatori da borsetta,

gattini che salutano con la zampina,

panda e frutta fresca.

 

 

Hong Kong è così: tutto ed il contrario di tutto.

Sul far del pomeriggio troviamo la forza di trascinarci al The Peninsula

per quella che io reputo un’esperienza di vita.

Un afternoon tea che ci riporta immediatamente agli anni ‘20.

Argenteria e fiori freschi.

L’eleganza inglese che ancora si percepisce, e tanto.

La serenità data da un’orchestra che suona dalla balconata

per dame che sventolano smartphone al posto dei ventagli

e si scattano selfie mentre sgranocchiano scones e macarons.

 

Vivere per rivivere.

Assaporare.

Espirare pesantezza ed inspirare bellezza.

 

 

 

 

Macau è un delirio.

Macau palpita.

Macau ti trasporta in un’altra dimensione.

Portoghese fino al 1999 ed ora regione autonoma a statuto speciale della Cina

è un poutpourri di culture, stili, colori.

Ha una moneta sua, la Pataca di Macau, e 40 casinò.

E questo la dice molto lunga.

Siamo arrivati con l’aliscafo veloce e con una fame da terzo mondo

perché il sonno ha vinto sulla colazione 10-0.

Ma che ingenuità pensare di pranzare a Macau.

Siamo stati catapultati nel cuore pulsante di questa città

a metà tra fantasia e realtà.

 

Siamo passati dai grattacieli modello MGM

alla Casa do Mandarin che se venite da queste parti non potete non visitare.

Abbiamo percorso km tra dedali di stradine piene di gente, di risa e di vita.

Abbiamo ammirato ciò che è rimasto della Cattedrale di San Paolo

e passeggiato ad Amsterdam, a Parigi, a Venezia.

Come una Las Vegas d’Oriente,

Macau ti porta dall’eleganza dei vecchi templi cinesi al kitch degli Strips,

dai negozi lussuosi alle baracche a bordo strada.

Eppure ai nostri occhi è apparsa così affascinante.

In molti mi hanno chiesto se la preferisco a Hong Kong

ma vi giuro non so rispondere.

Quando si parla d’Oriente il gioco si fa serio.

È stato il mio amore adolescenziale

( il secondo ad onor del vero – che, comunque, non si scorda mai neanche quello!!!! ),

quello dei primi viaggi da sola,

quello che torni a casa e invece dell’autoabbronzante e delle ciglia finte

ti cospargi di polvere di riso e perle che ti fanno così elegante.

Ecco, io ho avuto un colpo di fulmine che avevo neanche 20 anni

e finalmente sono tornata qui per riprendere quel famoso filo che avevo lasciato vagante.

So che andremo lontano ma dove è ancora difficile a dirsi.

Ho scelto di vivere in divenire, come mi hanno insegnato qui.

Lo so, ci ho messo un po’,

ma vi giuro che tornare indietro ora è impossibile.

P.S. per non farci mancare niente abbiamo cenato ad Hong Kong

perché ho avuto una dritta da un’amica che mi ha detto solo: Mango Tree

E così Mango Tree fu.

Una cena thai/fusion da leccarsi i baffi.

Mi ritrovo al 12esimo piano con lo skyline di fronte a scrivere

e a ripercorrere momenti che so resteranno indelebili.

 

 

Il bello di avere amici viaggiatori è posto che vai,

consiglio che ricevi.

Grazie a Silvia oggi siamo arrivati a Lantau,

l’isola più grande di Hong Kong, famosa per la sua natura incontaminata,

le colline verdeggianti, le enormi vallate,

i sentieri selvaggi, i monasteri ed i monumenti storici.

Siamo saliti con la teleferica dopo una colazione in un china bistrot

dove mi sono innamorata del classico americano naturalizzato a Hong Kong

che con i suoi bicipiti ed il suo sorriso smagliante hanno illuminato la mia giornata nuvolosa.

 

How to fall in love in Hong Kong?

Chiedete a me e vi sarà spiegato 

 

Lantau è proprio come mi è stata descritta:

verde, silenziosa, zen.

Tempio buddista con Buddha gigante

che troneggia sulla cima che pare esser lì a benedire tutti noi.

La pace che si respira lassù ti avvolge come il vento che muove capelli e nuvole.

C’è un bel sole mentre a downtown è nebbia fitta.

Ci sono le ragazze con l’ombrellino di carta

che tengono al sicuro la loro pelle di porcellana.

Ci sono le mucche che qui sono sacre.

Ci sono cani, tanti cani, tutti cicciotti e felici.

E poi più giù, a 10 minuti di taxi,

’è Tai O che dovete assolutamente visitare se venite qui.

 

Quanto aveva ragione Silvia.

 

Si torna indietro in un attimo.

È il passato che rivive,

la Cina che tutti noi immaginiamo.

Il vero villaggio di pescatori con il suo mercato e le case sulle palafitte.

Sembra di essere in una favola.

 

E anche la nostra, alla fine, è una favola.

Festeggiamo 25 anni di amicizia.

 

25 anni di incontri in giro per il mondo che noi si vive in continenti diversi

( e quindi ancor di più complimenti a noi per la caparbietà che mica è tutto così facile! ).

Decidiamo di festeggiare nel locale più alto del mondo.

118esimo piano.

2 minuti scarsi di ascensore.

 

L’ Ozone ci accoglie e non ci lascia più.

Ne abbiamo di cose da raccontarci

ma soprattutto ne abbiamo di cose per cui essere grati.

Abbiamo passato momenti impegnativi, drammatici anche,

ma se siamo ancora qui è perché ci abbiamo creduto

e non abbiamo mollato mai.

Anche quando ci si sono messi di mezzo interi continenti.

 

Perché il bene arriva dappertutto.

Perché l’amore è l’unica cosa che può renderci migliori.

Amate e amatevi.

Ditevelo.

Ricordatevelo.

Fatelo oggi che domani potrà essere migliore o peggiore,

ma non sarà mai ora.

 

Grazie per questi momenti magici Hong Kong.

Colpita e affondata 

 

Di Hong Kong mi rimarranno dentro i colori sgargianti,

la natura lussureggiante in una delle metropoli più densamente popolate al mondo,

il profumo del riso saltato, i grattacieli alternati alle case sulle palafitte,

i taxi colorati che colore che scegli quartiere della città che vai,

le camminate lunghe km che tra una fermata della metro e l’altra ci stanno una città,

una provincia e qualche centro commerciale,

il caldo – tanto caldo da farti mancare il respiro ma è vero che ci si fa l’abitudine.

Il bar più alto del mondo che da la sensazione di ondeggiare ad ogni passo.

Le ragazze con l’ombrellino di carta,

così lontane da noi che rincorriamo il sole ad ogni costo.

I villaggi dei pescatori in cui si fa un salto indietro di almeno 50 anni.

Il Buddha con i suoi templi.

E i giardini.

Quei giardini che sembrano incantati.

Le mucche che passeggiano lungo la strada e le serrande colorate.

Quell’aura di coloniale che ancora aleggia.

I nostri the pomeridiani.

Lenti, lentissimi.

Zen.

La magia del riuscire finalmente ad assaporare la bellezza.

Anche dopo essermi accorta di aver sbagliato la data del rientro

( e non mi era mai successo prima! ).

 

Ma è stata soprattutto il luogo dove abbiamo celebrato i 25 anni di un’amicizia

nati sui banchi di una High School americana e arrivati fino a qui.

 

Ebbene, Hong Kong, per me, è stata una grande sorpresa.

Una ventata di aria fresca dopo un periodo pesante.

Un nuovo inizio  

 

 

 

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Bordeaux – un weekend di formaggi, baguette e fiumi di vino rosso!

Bordeaux. Sono partita non in forma come al solito, stanchissima, acciaccata e a tratti fastidiosa ma tanto felice perché la sognavo da un sacco.       Il vino prepara…

  1. Bordeaux.

  2. Sono partita non in forma come al solito, stanchissima, acciaccata e a tratti fastidiosa
  3. ma tanto felice perché la sognavo da un sacco.

 

 

 

  1. Il vino prepara i cuori e li rende più pronti alla passione.
  2. Ovidio
  3. Per festeggiare la fine del nostro corso di degustazione vini abbiamo deciso di volare a Bordeaux.
  4. Un lungo weekend di formaggi e vino, di relax e passeggiate lungo il fiume,
  5. di shopping natalizio e di alberi addobbati.

  6. Atterrati just in time per cena, siamo entrati per caso a Le Petit Commerce
  7. un ex pescheria che serve pesce fresco e tanto vino.

  8. Abbiamo ordinato mezzo menù e abbiamo brindato ai nostri giorni francesi.

  9. Stavolta niente hotel ma un luminoso appartamento con pavimento scricchiolante e letti soffici.

  10. Ci siamo addormentati con la pioggia battente e ci siamo svegliati con un sole splendente.

  11. Per girare a Bordeaux non serve una guida: tutte le strade portano al Grand Théâtre.

  12. Perdersi nei dedali delle sue stradine è la vera bellezza.

  13. Passeggiare tra brasserie colorate e boulangerie che profumano di croissant al burro
  14. e spremute d’arancia è magia.

  15. Incontrare bambine con la baguette sotto braccio e la cartella sulle spalle,
  16. francesi in bicicletta con pelosi al seguito,
  17. chiese gotiche e xmas tree sbrilluccicanti che pare di essere in un racconto di Walt Disney.

  18. Mangiare tarte tatine a colazione, ostriche a pranzo e formaggio a cena,
  19. incontrare Babbo Natale e offrirgli un bicchiere di vino.

    1. È quella leggerezza che non avevo da tanto tempo,
    1. che ti fa vivere con gli occhi pieni di meraviglia ed il cuore che batte  

 

 

  1. Nel 2007 l’UNESCO ha definito il centro storico di Bordeaux patrimonio dell’umanità
  2. e nel 1998 l’ha inserita in uno dei percorsi del cammino di Francia nel Cammino per Santiago di Compostela.
  3. All’interno de l’Eglise Saint Pierre sono state girate alcune scene de Les Miserables.
  4. Ebbene, abbiamo camminato km e km per visitarle tutte,
  5. per ammirare, fotografare, vivere.
  6. Abbiamo deciso di dedicarci al sacro cazzeggio e di seguire i ritmi dei bordolesi.
  7. Sabato è giornata di mercato al Marché des Capucines
  8. dove tutta Bordeaux si rifornisce di cibi e vivande.

  9. Un must è il pranzo al Chez Jean – Mi
  10. dove ostriche e formaggi sono di casa e dopo le 15.00 il cibo è for free:
  11. tutto ciò che avanza viene regalato ed è così che ci si emoziona davanti alla vecchina
  12. che si fa incartare bruschette al prosciutto e pomodoro fresco.

  13. Freddo polare e cuore caldo.

  14. Abbiamo cenato a Le Comptoire Fromager e per me è stato delirio allo stato puro:
  15. Rosè e raclette con formaggio fuso a profusione.

  16. Nel nostro appartamento francese abbiamo brindato con Chateau S.Christophe e brie che morbido come qui giammai.

  17. Sonno profondo e valigie da fare ma quella leggerezza che non avevo da tanto tempo,
  18. che ti fa vivere con gli occhi pieni di meraviglia ed il cuore che batte  

 

 

 

  1. Mi porterò dentro il profumo di croissant che ti avvolge mentre passeggi,
  2. il freddo pungente anche nelle giornate di sole, le centinaia di persone il sabato pomeriggio in centro,
  3. il formaggio puzzone ma buonissimo, le baguette che non è solo leggenda metropolitana,
  4. i litri di vino rosso che vorrai mica non assaggiare,
  5. le ostriche che non mi piacciono ma che qui ho mangiato lo stesso,
  6. i negozi vintage dove avrei comprato tutto ( ma ci sono anche Hermes e gli amici suoi eh! ), 
  7. i bistrot piccolissimi e così accoglienti, la delicatezza dei francesi e la erre moscia che ho portato a casa con me,
  8. la magia del Natale con le sue lucine e l’allegria che travolge,
  9. le nostre chiacchere l’ultima sera nel nostro appartamento francese,
  10. il nostro brindisi francese, le nostre foto francesi,
  11. i nostri ricordi francesi, la magia francese.

  12. È così deliziosa Bordeaux che un passaggio lo dovete fare chè non può che farvi innamorare 

 

 

 

Nessun commento su Bordeaux – un weekend di formaggi, baguette e fiumi di vino rosso!

Libano – colori e sapori di un paese affascinante, contrastante, accogliente e magico!

Abbiamo scelto di venire in Libano incuriositi dalle distese di cedri e dallo skyline moderno di Beirut, dalla storia che lo ha messo in ginocchio e dalla cucina che è…

  1. Abbiamo scelto di venire in Libano incuriositi dalle distese di cedri e dallo skyline moderno di Beirut,
  2. dalla storia che lo ha messo in ginocchio e dalla cucina che è una delle mie preferite.
  3. Siamo atterrati in piena notte con la pioggia.
  4. Abbiamo dormito 3 ore perché la voglia di scoprire questo paese era troppa.
  5. Ci siamo strafogati di hummus a colazione e siamo partiti verso sud, alla volta di Sidon.
  6. Tra castelli in mezzo al mare, souk pieni di spezie, tessuti, saponi
  7. e cavi elettrici sospesi, sotto un sole cocente ed in mezzo ad un traffico assurdo siamo arrivati a Tyre
  8. – che è patrimonio dell’Unesco ed ora è controllata dalle Nazioni Unite – ed infine a Maghdouche.

  9. È un paese assurdo, a momenti un flash, ma affascinante da morire.

  10. Siamo passati dal grattacielo di 40 piani con piscina sul tetto
  11. alla macchina anni ‘50 che sfreccia on the road modello caffettiera.

  12. Dalle boutique di Gucci e Chanel
  13. a quintali di immondizia che non basterà una vita per smaltirla.

  14. Controlli e posti di blocco ad ogni km.

  15. Metal detector in hotel e nei centri commerciali ma una vita notturna NY style.

  16. Beirut è decisamente giovane e viva.

  17. Si percepisce la voglia di crescita, di sviluppo, di rinascita.

  18. Siamo usciti a cena a piedi,
  19. passeggiando tra palazzi distrutti ma circondati da grattacieli nuovissimi e illuminati a giorno.

  20. È scoperta.


  21. È sorpresa.


  22. È il viaggio!

       

 

 

  1. Il Libano è un museo a cielo aperto e
  2. Beirut è costruita a strati sulle rovine di fenici, bizantini, romani.
  3. 18 religioni con culture diverse in un paese il cui nome deriva da laban – latte –
  4. per via della somiglianza tra il Monte Libano,
  5. massiccio montuoso coperto di neve d’inverno, e il colore del latte.
  6. Palazzi che svettano verso l’alto e pompe di benzina che scendono verso il basso.
  7. Dopo la guerra c’è stata una corsa alla ricostruzione.

  8. Il porto è nuovissimo.

  9. Una passeggiata sul lungomare con uno highline che sembra di stare a Singapore.

  10. Abbiamo cenato al Babel, a due passi del mare,
  11. che se vi dovesse capitare di passare di qui, una sosta dovete farla.

  12. Una mattinata passeggiando nella Beirut antica, dove si alternano palazzi bombardati,
  13. trincee a bordo strada e grattacieli nuovi di zecca ed una serata nella nightlife libanese che è proprio come si racconta: viva.

  14. Io mi sento sicura qui.

  15. In molti mi hanno chiesto perché ho scelto il Libano.

  16. È il mio bisogno di viaggiare e di scoprire che mi porta ad avere nuovi occhi
  17. ogni volta che arrivo in un posto nuovo.

  18. È la necessità di sentirmi a casa ovunque nel mondo.

  19. È il desiderio di crescere e di lasciare un segno,
  20. sia pure un selfie sfuocato in una serata pressoché perfetta.

 

 

  1. In Libano ci sono mimose in fiore e ficus ad angolo, si canta Toto Cutugno all’ora dell’aperitivo
  2. e si fuma nei ristoranti che se non ti fai almeno un narghilè a pasto non sei nessuno!
  3. Più di quindici milioni di libanesi hanno lasciato la loro terra durante la guerra per non farci più ritorno.
  4. I palazzi bombardati di Beirut e mai più ricostruiti sono di proprietà di qualcuno
  5. che probabilmente non li reclamerà mai.
  6. Qui sono rimasti in quattro milioni circa più un paio di milioni di rifugiati.

  7. In questi giorni abbiamo battuto il Libano da nord a sud, lungo la costa,
  8. fino a Byblos, la città più antica al mondo ancora abitata.

  9. Abbiamo camminato tra rovine romane distese accanto al mare e souk pieni di spezie e tessuti colorati.

  10. Abbiamo visitato Jeita, la grotta più importante e più bella tra le 500 grotte sparse in tutto il paese.

  11. La grotta nord a piedi, quella sud in barchetta.

  12. Un’umidità che mi si è sciolta la cofana che tenevo in piedi con tanta cura.

  13. Abbiamo bevuto un blanc de blanc delle terre libanesi accompagnandolo con quantità industriali di hummus.

  14. Abbiamo fatto scorta di crema al pistacchio e dolcetti al miele, di kajal nero e saponi all’olio d’oliva.

  15. Abbiamo dormito pochissimo e camminato tantissimo.

  16. Abbiamo acceso una candela ad Harissa, su in cima, ascoltando i racconti di chi è stato adolescente in guerra.

  17. Abbiamo pregato.

  18. Abbiamo respirato.

  19. Abbiamo riso fino alle lacrime.

  20. Abbiamo vissuto.

  21. Abbiamo viaggiato!

 

 

 

  1. Del Libano non dimenticherò l’hummus morbidissimo
  2. e perfettamente impiattato che neanche un architetto.
  3. La pita/pane arabo/azzimo senza lievito che con questa scusa ne mangi 12 fettine ed è subito effetto carboidrato.
  4. Le ceste di frutta a fine pasto modello banchetto medievale e quei cachi piccolini e morbidosi che ho trovato solo qui.
  5. Il lungomare la domenica, incasinato come le strade di Beirut con quel crazy way to drive che li contraddistingue.
  6. I taxi ad cazzum: a fine corsa guardano l’autoradio e sono sempre 20.000 lire libanesi,
  7. per andare ovunque e comunque.

  8. I palazzi bombardati ed i grattacieli modello Trump Tower accanto.

  9. La storia fatta di città sommerse, di fenici, bizantini e romani.

  10. I campanili delle chiese accanto ai minareti delle moschee.

  11. I racconti di guerra dei miei coetanei: noi che negli anni ‘80 ballavamo la disco music
  12. e loro che schivavano le bombe.

  13. I controlli ed i posti di blocco ad ogni km.

  14. I metal detector in hotel e nei mall ma una vita notturna NY style.

  15. La gentilezza e la fierezza dei libanesi.

  16. Le poche ore di sonno perché anche questa città non dorme mai
  17. e per stare al passo tocca fare altrettanto.

  18. I nostri selfie.

  19. Le nostre risate.

  20. Le nostre chiacchiere in terrazza a notte fonda degustando thè al posto del gin tonic.

  21. I tramonti meravigliosi.
  22. È stato un viaggio nettamente diverso dagli altri, pieno di emozioni contrastanti e di sorprese.

  23. Torno a casa con la certezza che ci rivedremo e con la speranza che il cedro che pianterò nel mio giardino

  24. cresca rigoglioso come quelli che popolano le vallate libanesi!

 

 

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Umbria – un weekend di prati verdi, città medievali, degustazioni e gente meravigliosa!

  Avvolti da un cielo pieno di stelle e circondati da centinaia di lucciole al Castello di Baccaresca  in una stanza verde salvia: il nostro arrivo in Umbria è stata pura meraviglia.     Doveva essere un lungo…

 

  1. Avvolti da un cielo pieno di stelle e circondati da centinaia di lucciole
  2. al Castello di Baccaresca  in una stanza verde salvia:
  3. il nostro arrivo in Umbria è stata pura meraviglia.

 

 

  1. Doveva essere un lungo weekend dedicato al sacro cazzeggio ed alle degustazioni.
  2. Si è trasformato in un tour magnifico,
  3. alla scoperta di cittadine medievali, corsi di decorazione,
  4. cene sopraffine ma soprattutto gente meravigliosa.
  5. L’Umbria è sottovalutata.

  6. La Toscana vince facile ma, credetemi, l’Umbria non è da meno, anzi.

  7. Elegante, silenziosa e accogliente.
  8. Ci hanno raccontato che dopo l’ultimo terremoto si è bloccato tutto:
  9. niente più turisti, l’economia a picco,
  10. le botteghe hanno iniziato a chiudere.
  11. Noi con le lacrime agli occhi nell’ascoltare i racconti,
  12. loro con il sorriso e la forza,
  13. quella forza data dalla speranza e dalla certezza che il bello arriva,
  14. che non può piovere per sempre.
  15. Siamo partiti con una Mini macchina ed una mini valigia:
  16. dentro solo costume da bagno, infradito e parecchi libri da leggere.
  17. Prima tappa Città di Castello.
  18. Ora di pranzo e pioggia battente.
  19. La Trattoria Lea ci accoglie a braccia aperte
  20. e ci rifocilla con Birra Flea freschissima e salumi umbri.
  21. Abbiamo tentato di bazzicare per le vie del centro storico ma pioveva così tanto
  22. che un gentilissimo signore automunito si è impietosito,
  23. ci raccolto e ci ha accompagnato alla macchina.
  24. Potete immaginare come stavamo messi 😉
  25. Ergo, a Città di Castello s’ha da tornare!

 

  1. La meraviglia delle meraviglie inizia il giorno dopo,
  2. quando la pioggia lascia spazio al sole e noi mettiamo piede ad Assisi.
  3. I miei ricordi risalgono alla gita scolastica delle elementari:
  4. una settimana tra Umbria e Toscana
  5. – che se non fosse stata organizzata dalle suore del Collegio delle Nobili Dimesse
  6. sarebbe stata una on the road –
  7. il profumo della torta di mele dell’adorata maestra Paola,
  8. i racconti sulla vita di San Francesco,
  9. la Pinacoteca che è pura meraviglia.
  10. Dedali di stradine in un saliscendi che mette a dura prova le mie infradito
  11. ed un caldo assurdo che se dovete organizzare una trasferta umbra,
  12. evitate luglio e agosto se non volete ridurvi come pomodorini essicati al sole.
  13. Ad Assisi, per caso, siamo entrate nel favoloso mondo di Catia.
  14. Guardando le vetrine
  15. non si può non venire attratti dal Madame Bovary Outlet Store
  16. e dalla travolgente allegria della sua madame: capelli rossi, occhi profondi
  17. e sorriso avvolgente. 
  18. Ti investe con racconti di moda, di arte, di religione, di vino.
  19. Ti consiglia un abito, una borsa, una scarpa, un’enoteca.
  20. Entrare nel suo magico mondo è un’esperienza.
  21. Se passate da Assisi non potete non andare a conoscerla.
  22. Magari nel suo negozio non troverete nulla adatto a voi
  23. ma lei vi riscalderà il cuore e vi trasmetterà un pò della sua magia.

  1. Ad Assisi abbiamo pranzato all’ Osteria dei Priori
  2. in pieno centro storico: le migliori bruschette umbre
  3. e piatti artigianali in ceramica che mi hanno conquistata 😉

 

  1. A cena siamo arrivati fino a Montefalco all’ Enoteca l’Alchimista
  2. su suggerimento di Catia del Madame Bovary.
  3. E menomale che ci siamo andati: 
  4. vino bianco e stringozzi home made in piazza con un cielo pieno di stelle.

 

 

  1. Tra vallate verdi e distese di girasoli, arriviamo a Gubbio.
  2. Meravigliosa, piccola e ordinatissima.
  3. Ma soprattutto location della serie tv Don Matteo.
  4. In ogni bar, in ogni ristorante, in ogni angolo c’è traccia di Terence Hill e soci.
  5. Foto autografate, racconti comici e quel sapore del passato che ritorna.
  6. Abbiamo ammirato Gubbio dall’alto: 
  7. “Sopra i tetti di Gubbio
    Lungo la strada dei Ceraioli
    Verso la Basilica di Sant’Ubaldo
    Verso la frescura del Colle Eletto”
  8. grazie alla Funivia di Gubbio
  9. ( credo una delle poche ancora open air )
  10. In 6 minuti si parte dal cuore della città e si arriva alla Basilica di S. Ubaldo a 803 mt.

 

 

  1. A Gubbio la nostra strada ha incrociato quella di Patrizia.
  2. Siamo entrati nella sua bottega Gypsea
  3. attratti dalle meravigliose creazioni esposte nelle sue vetrine
  4. e ne siamo uscite con ben due attestati: la Patente del Matto
  5. ed il Diploma di Artigiano Temporaneo per aver partecipato al suo Corso di Decorazione.
  6. Abbiamo creato, colato, dipinto, decorato.
  7. Mai avrei pensato di avere la pazienza necessaria per creare due fiori colorati
  8. che adesso troneggiano orgogliosi nella lazy home.
  9. La sua bottega è piena di energia, di colore e di calore.
  10. Patrizia è un fiume in piena:
  11. racconta di lei, della sua meravigliosa famiglia,
  12. delle sue adorate opere d’arte, della sua passione infinita per il gesso con cui abbiamo
  13. scoperto si possono fare un sacco di cose:
  14. cornici, segnalibri, fiori decorativi e persino travi per il soffitto.
  15. Andare a Gubbio e non passare per la sua bottega non è nemmeno pensabile,
  16. siete avvisati!

 

 

  1. A Gubbio abbiamo cenato all’ Osteria del Bottaccione
  2. Aldo e Rosita gestiscono questa carinissima osteria un pò defilata,
  3. verso la gola del Bottaccione, 
  4. molto semplice e spartana dove le fettuccine sono fatte in casa,
  5. la crescia è un must, i salumi sono gustosissimi
  6. ed il vino viene servito nei bicchierini che usavano i nostri nonni.

 

 

 

  1. L’ultimo giorno lo abbiamo passato a Spello.
  2. E’ stato assolutamente casuale dal momento che non era nei nostri programmi
  3. e ci siamo ritrovati in un luogo da favola. 
  4. Era in corso il Concorso Finestre, Balconi e Vicoli fioriti
  5.  
  6. “Il fiore e la decorazione floreale delle finestre, dei balconi e dei vicoli del centro storico,
  7. diventano l’attrattiva naturale della primavera e dell’estate della città.
  8. Grazie alla generosità degli spellani,
  9. scorci e angoli urbani diventano quadri architettonici
  10. che entrano in concorso e valorizzano gli aspetti estetici
  11. e i luoghi caratteristici di Spello e dei suoi Castelli medievali”.

 

  1. Ho camminato a faccia all’insù e bocca aperta per tutto il pomeriggio.
  2. Un tripudio di colori e di profumi che non si può spiegare, si può solo vivere.

 

 

  1. L’ultima cena umbra è stata una vera e propria esperienza.
  2. Se amate il buon cibo ed il buon vino, l’Enoteca Properzio a Spello
  3. è imprescindibile, senza se e senza ma.
  4. S’ha da provare!
  5. E’ considerata tra le prime 5 enoteche in Italia 
  6. con oltre 2200 etichette da tutto il mondo,
  7. in un fantastico palazzo del 1500.
  8. Meraviglia allo stato puro.
  9. Ma il pezzo forte è il titolare Roberto:
  10. una bibbia in fatto di vini.
  11. Abbiamo mangiato come se non ci fosse un domani, 
  12. bevuto il Danubio e abbiamo portato a casa qualche bottiglia di nettare degli dei
  13. che quando si viaggia in macchina si sa, è tutto più facile 😉
  14. P.S. Spediscono all around the world, potete fare sonni tranquilli 😉 

 

 

  1. Di ogni viaggio porto a casa qualcosa,
  2. per ricordarmi dei momenti, delle emozioni, degli odori, dei sapori vissuti.
  3. Dell’Umbria ho scelto un ulivo
  4. che sta crescendo rigoglioso nella lazy home
  5. e che per me rappresenta la speranza e la vita.
  6. Ma la vera bellezza ce l’ho nel cuore
  7. perchè quello che mi hanno trasmesso le persone che ho incontrato qui
  8. vince su tutto.
  9. Si dice che le persone belle non lo sono mai per caso.
  10. Si dice che hanno vissuto, sofferto e hanno difeso il loro sorriso. 
  11. Se potete, se avete voglia,
  12. se avete un weekend libero andate in Umbria e lasciatevi travolgere dalla meraviglia.

 

 

 

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