{ del lasciarsi sorprendere da se stessi }

I giorni passati sono stati giorni assurdi, pesanti, a tratti deliranti.
Nel momento in cui mi hanno tamponato sfasciandomi la macchina mi sono sentita sollevata, e questo la dice lunga.
Ho avuto un attimo di tristezza, erano appena le 2 del pomeriggio ma ho pensato di aver visto tutto, per essere un mercoledì di inizio gennaio.
Poteva solo migliorare.
Invece no, mi sono ricordata di essermi dimenticata di un compleanno importante.
Io che ci tengo tantissimo.
Io che scrivo messaggi personalizzati.
Io che il mio spirito festoso non mi abbandona mai.
Ebbene, non sono infallibile ahimè ( ma voglio credere che sia solo una svista  ).
Per evitare altre catastrofi sono partita alla ricerca di madeleine piene di burro, birre acide, camembert al forno e moules giganti.
Ma soprattutto mi sono scoperta umana, incapace di controllare tutto e tutti, capace di fermarmi, felice di lasciarmi accarezzare quando avrei voluto solo sfogare la mia ira funesta.
Ho ascoltato e mi sono ascoltata.
E siamo partiti.

Sia chiaro: non sono diventata un agnellino ma ci sto lavorando ( che ho intenzione di riscoprirmi ancora e ancora )
E ultimo ma non ultimo Bruxelles è bellissima!
Assai piovosa ma bellissima!

 

 

 CANTILLON 

“ Le temps ne respect pas ce qui se fait sans lui “
1900.
Unico birrificio produttore di Lambic ancora in attività a Bruxelles.
Adesso potrei tenere corsi di Lambic, che da quando l’ho scoperta durante una degustazione di quelle serie, qualche anno fa, con le mie amiche beer-addicted a Gent, non ho fatto che cercarla.
Quasi introvabile in Italia, si distingue in quanto birra a fermentazione naturale prodotta in botti di legno ( ancora! ).
Difficile da produrre perché, come tutte le cose belle, richiede molto tempo.

Ergo.
Bignami della situa per neofiti della birra:
Lambic: fermentazione di 1, 2 o 3 anni.
Mettendo insieme più Lambic di varie annate si ottiene la Geueze che io ADORO.
Lambic = Vino bianco
Gueze = Champagne
Vien prodotta come fosse vino, lentamente e con tanto amore.

E noi, lentamente e con tanto amore, non facciamo che degustare e degustare e degustare ancora alla Brasserie Cantillon!

 

 

 Waffles 
 Gaufres 

È impensabile venire a Bruxelles e non assaggiare i loro waffles, che qui chiamano gaufres.
È impensabile perché ad ogni angolo, in mezzo a qualsiasi piazza, davanti ad ogni hotel spunta un punto vendita che li propone.
I migliori, si dice, sono quelli di Maison Dandoy ( che eccelle anche in biscotti, madeleine e pan briochè! ).
E anche qui non c’è pericolo.
Apri Maps, digiti Dandoy et voilà 200 puntini rossi spalmati per tutto il centro.
Le regole sono 2: solo una spruzzatina di zucchero a velo ( assolutamente no toppings come Nutella, frutta, noci etc ) e i quadratini devono essere sempre 20.

Ebbene.
Stamattina abbiamo fatto le corse perché non potevamo partire senza averli testati.
Pit stop da Dandoy e la grande delusione ci ha travolti quando ho contato i riquadri: 15 !
Ora, il waffle o gaufre era delizioso, lo zucchero a velo delicatissimo, ma niente può farmi dimenticare il senso di amarezza che ho provato.
Mi direte che c’è di peggio nella vita, mi direte che bastava andare da Pierre Marcolini o da Neuhaus a rimpinzarmi di praline ( cosa che peraltro ho diligentemente fatto! ) ma alla fine, come sempre, è stata la Cantillon a risollevarmi l’umore.
Thanks god for the beer e non abbandonate mai la birra vecchia per un qualsiasi waffle nuovo .

 

 


 

 

 

 A Bruxelles abbiamo soggiornato

nel meraviglioso Hotel Metropole

albergo in stile Art Deco risalente al 1895,

in pieno centro storico e

a 10 minuti a piedi dalla Grand Place e dalla Stazione Centrale.