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Life, Love, Passion

Categoria: homeslide

Del mio non essere cuoca ad una passione che, piano piano, diventa amore. Dalla mia cucina al Bistrot. Da una vecchia ricetta le fritole della nonna!

      Che io non fossi una grande cuoca era ed è cosa nota.   All’inizio pubblicavo SOLO ricette di amiche, amiche di amiche, amiche di amiche di amiche…

 

 

 

Che io non fossi una grande cuoca era ed è cosa nota.

 

All’inizio pubblicavo SOLO ricette di amiche, amiche di amiche, amiche di amiche di amiche che amorevolmente cucinavano ( anche ) per me e mi regalavano i loro segreti.

 

Poi la passione mi ha travolta, inaspettatamente, perchè, si sa, alla cucina come all’amore bisogna darsi con lo stesso abbandono.

 

Ed io ho deciso di abbandonarmi.

 

 

Così la mia cucina è diventata il Bistrot.

 

 

In una casa appena ristrutturata che ancora profuma di malta e pittura ed in una cucina dai toni verde salvia in cui mancano ancora forno, fuochi e cappa – pigramente adagiati al centro del salone in attesa di essere montati – ho iniziato a spadellare on my own.

 

I risultati non sono mica male, dicono!

 

Così, perdendo completamente la cognizione del tempo e dello spazio, spadello ogni santo giorno.

 

Scovo ricette che mai avrei messo in opera.

 

Leggo, mi documento.

 

Ma soprattutto rispolvero il vecchio sapere trasmesso dalla mia adorata nonna.

 

Lei che cucinava sempre.

 

Lei che per fare il ragù ci metteva tutta la mattina.

 

Lei che il brodo solo a fuoco lento e mai, dico mai, nella pentola a pressione.

 

Lei che sarebbe tanto felice di sapermi ai fornelli in quella che, un tempo, era la sua casa ed ora è la mia Lazy Home.

 

Lei che cucinava moltissimo ma con tendenze decisamente più salate.

 

Le fritole una della poche eccezioni dolci.

 

Da noi si mangiano a Natale, a Capodanno, a Carnevale, a Pasqua.

 

Per le fritole, in realtà, non c’è un momento.

 

Sono un passepartout.

 

Le va ben sempre!

 

 

In un sabato di bora in fase discendente ho impastato!

 

 

INGREDIENTI:

 

400 gr di farina

2 cucchiai colmi di zucchero

2 uova

un pizzico di sale

40 gr di lievito

rhum o limone qb

1 bicchiere di latte

100 gr di uva passa

zucchero a velo ( per gli amanti del genere. La mia nonna usava quello normale )

 

 

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PROCEDIMENTO:

 

Mettere in ammollo il lievito in acqua tiepida.

 

Si può usare anche quello in polvere ma il cubetto fresco resta la scelta migliore.

 

Mescolare la farina con lo zucchero.

 

Aggiungere le uova ed il lievito sciolto e mescolare.

 

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Aggiungere il latte ( io lo uso a temperatura ambiente ), il rhum/limone e l’uva passa.

 

A me piacciono molto di più con il limone perciò ci aggiungo una fialetta ( per chi ama i sapori un pò più decisi, anche una scorza di limone grattugiata ).

 

 

 

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E adesso il momento catartico.

 

Mia nonna lasciava riposare l’impasto coperto da una tovaglietta di cotone per un paio d’ore e poi lo faceva rigirare a quel sant’uomo di mio nonno che, cascasse il mondo, allo scadere delle due ore doveva rimestare in senso orario la sbobba.

 

Io sono andata al cinema!

 

E poi a cena!

 

E quando sono rientrata, all’una di notte, ho trovato questo

 

 

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Poi ho rimescolato e fritto.

 

 

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Perciò ho le prove che tutto quel manipolare ogni due ore non è propriamente necessario.

 

Facendo un rapido calcolo, mio nonno ha buttato qualche anno della sua vita a girare impasti 🙁

 

Possiamo schiacciare pisolini tranquilli sul divano, in freddi pomeriggi di Bora, senza abbracciare mestoli di legno e senza puntare la sveglia per ridare nuova vita ad un impasto che si autoalimenta!

 

Questa è la scoperta più bella che potessi fare.

 

( mia nonna già lo sapeva, ne sono certa! ).

 

 

Da oggi in poi fritole in OGNI occasione!

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Aspettando la neve tra divano, frutta secca, porridge, tiramisù e Ruth Reichl!

    Ci sono momenti in cui non faccio che fare e momenti in cui non faccio che essere.     Oggi è il momento dell’essere.     Essere felice…

 

 

Ci sono momenti in cui non faccio che fare e momenti in cui non faccio che essere.

 

 

Oggi è il momento dell’essere.

 

 

Essere felice perchè è domenica.

 

Essere sonnacchiosa perchè è domenica.

 

Essere lazy perchè è domenica.

 

 

 

Distesa sul divano con accanto un cane che russa con il moccolo al naso, sgranocchio frutta secca mista che fa tanto bene.

 

Fondamentale la quantità.

Se la imbustano in confezioni da 100 gr un motivo ci deve pur essere.

Ma se a casa di confezioni ne hai 5 sei fregata!

 

Perchè la frutta secca è maledetta!

 

Perchè la frutta secca crea dipendenza!

 

Perchè quelle fettine di banana così sottili e così croccanti mischiate alle scaglie di cocco ed ai cubetti di ananas e papaya sono un delirio dei sensi.

 

Se poi le mischi con un pò di avena e le inondi di latte bollente ti senti meno in colpa perchè, in fin dei conti, stai facendo una english breakfast all’ora del breakfast tea ma la sbobba inglese non ha mai ucciso nessuno!

 

Dentro al porridge puoi anche gettare qualche scaglia di cioccolato fondente che poi si scioglierà nel latte caldo e tornerai bambina ai tempi del Nesquik!

 

Solo perchè è domenica.

 

 

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E di domenica amo fare solo cose che mi fanno stare bene, dedicando il giusto tempo a loro e a me.

 

Leggere è una di queste.

 

La neve è arrivata anche quì così, nel silenzio che la accompagna, posso iniziare quello che per Gipsy in The Kitchen è il libro preferito.

 

La parte più tenera inizia adesso.

 

 

Prima di abbandonarmi alla lettura vi posto ricetta e make of del tiramisù che ho fatto ieri perchè le verze senza patate sono venute bene, ma non sono LE VERE VERZE, mentre il caro vecchio tiramisù è stato un successo as usual.

 

 

Buona domenica con la neve, con il silenzio, con la pace nel cuore.

 

 

E con tanta tanta dolcezza perchè la parte tenera è forse la cosa più bella che abbiamo.

 

 

 

 

 

TIRAMISù

 

 

Ingredienti:

 

250 gr di mascarpone

200 ml di panna fresca

4 uova

6 cucchiai di zucchero

biscotti

caffè

 

 

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Procedimento:

 

 

 

Dividere i tuorli dagli albumi.

 

 

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Mescolare i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere una crema morbida; poi aggiungere lentamente il mascarpone e continuare a mescolare fino a quando la crema non diventa morbida ( io il mascarpone lo preferisco a temperatura ambiente!!! ).

 

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Montare a neve gli albumi e la panna fresca.

 

 

 

 

 

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Unire gli albumi al composto e poi la panna montata.

 

Nel frattempo inzuppare i biscotti nel caffè e distenderli nelle ciotoline o nella pirofila.

 

Distendere la crema sopra ai biscotti, spolverare con il cioccolato amaro e, a piacere, aggiungere le scaglie di cioccolato fondente.

 

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Mele Cotte con Cannella e Semi di Papavero!

    Chi l’avrebbe detto che le mie mele cotte avrebbero riscosso tanto successo…   Chi l’avrebbe detto che le amiche mi avrebbero scritto per avere la ricetta o per…

 

 

Chi l’avrebbe detto che le mie mele cotte avrebbero riscosso tanto successo…

 

Chi l’avrebbe detto che le amiche mi avrebbero scritto per avere la ricetta o per whatsapparmi le loro…

 

 

Chi l’avrebbe detto che piacessero a qualcun’altro esclusa la sottoscritta…

 

 

 

Che io ami la montagna con i suoi colori, il suo silenzio, la sua pace, il suo cibo è cosa nota.

 

Le mele, per me, sono montagna.

 

Dal Sudtirol con furore.

 

Le amo sempre, comunque, in tutte le salse. Quando fuori fa freddo, loro, calde, mi riscaldano pancia e cuore.

 

Le preparavo con la mia nonna quando ero ancora una nana in fase crescente.

 

Sedute insieme in cucina, lei lavava i piatti ed io pelavo cercando di finire con un’ unica lunghissima buccia.

 

Impossibile.

 

 

Non ci riuscivo praticamente mai e ci trovavamo sommerse da quantità industriali di mele 🙂

 

Ogni volta mi sembra di tornare bambina, di sentire i profumi della cucina, la voce di mia nonna che mi ricorda che – forse – 6 mele sono troppe per una bambina di 4 anni ma la buccia si spezzava ogni santa volta e non potevo non ritentare.

 

La pentola nella quale le cucino è sempre la stessa. Quella della nonna. Quella in ceramica verde salvia. Ammaccata. Bruttina. Vissuta.

 

Una pentola piena di ricordi belli. Una semplice pentolina verde salvia che racchiude la mia infanzia, i miei sorrisi, i miei profumi del cuore, le mie mele, le mie gioie, me.

 

 

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Questa sera ho bisogno di affetto e di calore perciò mele cotte per tutti nella Lazy Home perchè gli affetti vanno nutriti di mele e di amore.

 

 

 

Ingredienti:

 

Mele ( meglio se verdi del Sudtirol 😉  )

Zucchero di canna

Cannella in polvere

Semi di Papavero e Uva Passa

 

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Procedimento:

 

Pelare le mele – possibilmente in un’unica mossa e quindi con un’unica buccia, lunghissima 🙂

Nella pentola, insieme alle mele, aggiungere l’acqua e portare ad ebollizione.

 

 

 

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Una volta morbide e dorate aggiungere la cannella in polvere ed, eventualmente, lo zucchero di canna e l’uva passa ( solitamente io le preparo senza zucchero e senza uvetta; sono un pò più amare ma gustosissime comunque ) e cuocerle ( io direi caramellarle ) per circa 3/4 minuti.

Ad impiattamento avvenuto cospargerle di semi di papavero.

 

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E a testimonianza delle whatsappate, quelle della mia amica crucca Heike…..

 

 

 

 

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