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Tag: uva passa

Insalata belga ( molto ) farcita!

    La strada per la dieta è lastricata di foglie di insalata. ( non questa insalata! ) .     Della suddetta insalata tanto amata da tutti, richiesta ad…

 

 

La strada per la dieta è lastricata di foglie di insalata.

( non questa insalata! ) .

 

 

Della suddetta insalata tanto amata da tutti,

richiesta ad OGNI cena chez moi dalla mia amica Donatella,

spacciatrice di alcool in cambio di assaggi di cibi etnici.

Questo piatto di etnico ha poco o nulla, di dietetico ancora meno

 ma è un passpartout e non delude mai.

Perciò ecco qui la ricetta ovvero l’insieme degli ingredienti da combinare insieme,

in quantità “quanto basta”, a seconda dei vostri gusti.

Potete anche aggiungere o togliere 

a patto che poi mi comunichiate il risultato 🙂

 

 

 

 

Ingredienti:

insalata belga

formaggio svizzero

noci

uva passa

scaglie di mandorle

semi di lino

olio extra vergine di oliva qb

sale qb

pepe qb

aceto balsamico qb

 

 

 

 

 

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Il calore dell’uva passa che ti avvolge in un attimo!

Oggi è Uva Passa. E uva passa non va d’accordo con venerdì 13. L’Uva Passa che era la nostra seconda casa ai tempi del liceo. Quell’Uva Passa di cui avremmo…

  1. Oggi è Uva Passa.
  2. E uva passa non va d’accordo con venerdì 13.
  3. L’Uva Passa che era la nostra seconda casa ai tempi del liceo.
  4. Quell’Uva Passa di cui avremmo bisogno adesso perchè di casa non ci stanchiamo mai.
  5. Amiche che quando te la ricordano ti emozionano.

  6. Il calore che troppo spesso lasciamo andare ma che ti riavvolge in un attimo.

  7. L’uva passa nella prima fettina di panettone a colazione che è gioia pura e che riesce a dare un senso anche al caffè che con il latte di soya ancora non sento mio.

 

 

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  1. L’uva passa che è uguale ad inverno e profumo di cannella e candele accese.

  2. Una renna svedese illuminata ed io che mi emoziono.

  3. La prima alce di peluche che ho dovuto aspettare i 30 e qualcosa e Ikea per decidermi ad averla.

 

 

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  1. Amiche che mi whatsappano foto di acquisti natalizi perchè oggi è uva passa anche per loro.

 

 

 

 

 

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  1. Una riunione creativa online perchè non vedo l’ora che il Xmas Dress di MissMess sia pronto!

  2. Un aperitivo con la Gily per organizzare la prossima settimana che sarà molto Gipsy ma noi dalle bollicine siamo passate direttamente ai fermenti lattici.

  3. La Gily che mi ha abbandonata ma noi siamo quelle del mood giusto.

  4. Quelle che si sono capite con una rapida occhiata.

  5. Quelle che progettano.


  6. Quelle che le idee le travolgono.


  7. Quelle che non stanno zitte un attimo.


  8. Quelle che il bello è proprio questo.


  9. Incontrarsi e rendersi conto di conoscersi da una vita.


  10. Quelle che l’uva passa ci sarà nei mojiti d’estate, ne sono certa!

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Il mio castagnaccio di Halloween!

Dopo anni passati a sgranocchiare il vero castagnaccio toscano della mia amica Sabrina, quest’anno ho deciso di infornarlo io. Mai avrei pensato che avrebbe riscosso cotanto successo. In tanti mi…

  1. Dopo anni passati a sgranocchiare il vero castagnaccio toscano della mia amica Sabrina, quest’anno ho deciso di infornarlo io.
    • Mai avrei pensato che avrebbe riscosso cotanto successo.
    • In tanti mi avete chiesto la ricetta e questo mi gratifica un sacco perchè dopo aver battuto tutti i supermercati, le botteghe, i mulini e i fruttivendoli della città, finalmente la farina di castagne l’ho trovata.
  2. Una caccia all’oro che Jack Sparrow mi fa un baffo!
  3. Un impasto riuscitissimo.
  4. Il rosmarino del mio giardino.
  5. Noci tritate a mano.
  6. Quell’uva passa che metterei ovunque.
  7. Pinoli croccantissimi.
  8. E una grande soddisfazione.

 

 

  1. Debutto alla cena di Halloween!

 

 

Un dolcetto semplice: una fetta ha le proprietà nutritive di un kg di carbonara, ma buonissimo.

Un dolcetto autunnale molto romantico: si narra che le foglie di rosmarino che si usano per insaporirlo siano un potente elisir d’amore: l’eletto a cui verrà offerto, si innamorerà di voi e vi chiederà in sposa.

Ora, se chi l’ha mangiato con me mi dovesse chiedere in sposa siamo messi molto male 😉

Io ho seguito la ricetta originale perchè amo le tradizioni ma se ne trovano molte altre in cui vengono aggiunti scorza d’arancia, semi di finocchio e frutta secca varia.

  1. Ingredienti
  2. Farina di castagne 500 g
    Acqua q.b.
    Noci Intere 100 g
    Pinoli 100 g
    Uva passa 80 g
    Rosmarino 2 rametti
    Sale 5 g ca
    Olio extravergine di oliva 40 g ca

     

     

    Procedimento

     

  3. Lavare l’uva passa in acqua fredda e metterla in ammollo per circa 10 minuti in una ciotola per reidratarla.
  4. Tritare grossolanamente le noci e sfogliare il rosmarino.
  1. Setacciare la farina di castagne e aggiungere l’acqua mescolando con una frusta.
  2. Aggiungere le noci, l’uva passa ed i pinoli lasciandone da parte una piccola quantità che servirà per coprire la superficie del castagnaccio prima di infornarlo.
  3. Strizzare l’uva passa e aggiungerla all’impasto lasciandone da parte una piccola quantità come per i pinoli e l’uva passa.
  4. Aggiungere il sale.
  5. Oliare la tortiera e versare il composto.
  6. Aggiungere i pinoli, l’uva passa, le noci ed il rosmarino.
  7. Aggiungere un filo d’olio ed infornare.
  8. Nel forno ventilato a 175° per ca 30 minuti.
  9. Nel forno statico a 195° per ca 40 minuti.

 

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  1. La tradizione vorrebbe che il castagnaccio andasse cotto in una teglia bassa in rame stagnato.
  2. Io ho usato la mia solita teglia, quella che utilizzo da anni ed anni ed è andata benissimo.
  1. L’ho cosparso di miele di castagno è stato un successo!
  1. La mia amica ha proposto un pò di cioccolato fuso ma abbiamo pensato che non ne saremmo usciti vivi 😉

 

 

 

 

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Del mio non essere cuoca ad una passione che, piano piano, diventa amore. Dalla mia cucina al Bistrot. Da una vecchia ricetta le fritole della nonna!

      Che io non fossi una grande cuoca era ed è cosa nota.   All’inizio pubblicavo SOLO ricette di amiche, amiche di amiche, amiche di amiche di amiche…

 

 

 

Che io non fossi una grande cuoca era ed è cosa nota.

 

All’inizio pubblicavo SOLO ricette di amiche, amiche di amiche, amiche di amiche di amiche che amorevolmente cucinavano ( anche ) per me e mi regalavano i loro segreti.

 

Poi la passione mi ha travolta, inaspettatamente, perchè, si sa, alla cucina come all’amore bisogna darsi con lo stesso abbandono.

 

Ed io ho deciso di abbandonarmi.

 

 

Così la mia cucina è diventata il Bistrot.

 

 

In una casa appena ristrutturata che ancora profuma di malta e pittura ed in una cucina dai toni verde salvia in cui mancano ancora forno, fuochi e cappa – pigramente adagiati al centro del salone in attesa di essere montati – ho iniziato a spadellare on my own.

 

I risultati non sono mica male, dicono!

 

Così, perdendo completamente la cognizione del tempo e dello spazio, spadello ogni santo giorno.

 

Scovo ricette che mai avrei messo in opera.

 

Leggo, mi documento.

 

Ma soprattutto rispolvero il vecchio sapere trasmesso dalla mia adorata nonna.

 

Lei che cucinava sempre.

 

Lei che per fare il ragù ci metteva tutta la mattina.

 

Lei che il brodo solo a fuoco lento e mai, dico mai, nella pentola a pressione.

 

Lei che sarebbe tanto felice di sapermi ai fornelli in quella che, un tempo, era la sua casa ed ora è la mia Lazy Home.

 

Lei che cucinava moltissimo ma con tendenze decisamente più salate.

 

Le fritole una della poche eccezioni dolci.

 

Da noi si mangiano a Natale, a Capodanno, a Carnevale, a Pasqua.

 

Per le fritole, in realtà, non c’è un momento.

 

Sono un passepartout.

 

Le va ben sempre!

 

 

In un sabato di bora in fase discendente ho impastato!

 

 

INGREDIENTI:

 

400 gr di farina

2 cucchiai colmi di zucchero

2 uova

un pizzico di sale

40 gr di lievito

rhum o limone qb

1 bicchiere di latte

100 gr di uva passa

zucchero a velo ( per gli amanti del genere. La mia nonna usava quello normale )

 

 

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PROCEDIMENTO:

 

Mettere in ammollo il lievito in acqua tiepida.

 

Si può usare anche quello in polvere ma il cubetto fresco resta la scelta migliore.

 

Mescolare la farina con lo zucchero.

 

Aggiungere le uova ed il lievito sciolto e mescolare.

 

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Aggiungere il latte ( io lo uso a temperatura ambiente ), il rhum/limone e l’uva passa.

 

A me piacciono molto di più con il limone perciò ci aggiungo una fialetta ( per chi ama i sapori un pò più decisi, anche una scorza di limone grattugiata ).

 

 

 

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E adesso il momento catartico.

 

Mia nonna lasciava riposare l’impasto coperto da una tovaglietta di cotone per un paio d’ore e poi lo faceva rigirare a quel sant’uomo di mio nonno che, cascasse il mondo, allo scadere delle due ore doveva rimestare in senso orario la sbobba.

 

Io sono andata al cinema!

 

E poi a cena!

 

E quando sono rientrata, all’una di notte, ho trovato questo

 

 

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Poi ho rimescolato e fritto.

 

 

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Perciò ho le prove che tutto quel manipolare ogni due ore non è propriamente necessario.

 

Facendo un rapido calcolo, mio nonno ha buttato qualche anno della sua vita a girare impasti 🙁

 

Possiamo schiacciare pisolini tranquilli sul divano, in freddi pomeriggi di Bora, senza abbracciare mestoli di legno e senza puntare la sveglia per ridare nuova vita ad un impasto che si autoalimenta!

 

Questa è la scoperta più bella che potessi fare.

 

( mia nonna già lo sapeva, ne sono certa! ).

 

 

Da oggi in poi fritole in OGNI occasione!

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