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Lofoten Wool. Wool from happy sheep

  Lofoten Wool, Wool from happy sheep   La storia di questa azienda è bellissima. È l’unica azienda delle Lofoten che ancora produce oggetti di lana seguendo il metodo vichingo….

 

Lofoten Wool, Wool from happy sheep

 

La storia di questa azienda è bellissima.

È l’unica azienda delle Lofoten che ancora

produce oggetti di lana seguendo il metodo

vichingo.

La proprietaria,

Ragnhild Lie,

ci ha accolti con sorriso e calore

e poi ci ha mostrato come nasce il maglione tipico.

 

🐑   Nel 2013 sono arrivate alla fattoria le prime pecore norrene

e l’anno successivo è stata lanciata Lofoten Wool.

Fin dall’inizio la sostenibilità

è stata al centro di tutto ciò che fanno.

La loro attenzione alla produzione locale,

alle abilità artigianali tradizionali

e ai prodotti di alta qualità gli ha permesso

di ottenere riconoscimenti sia in tutto il mondo.

 

Potete acquistare maglioni,

calze,

guanti,

sciarpe,

cappelli.

Ma soprattutto potete comprare il pacchetto homemade:

lana, ferri e istruzioni

e via di knitting.

 

Io ne sono uscita con gli occhi pieni di bellezza

e avvolta dal calore delle lunghe stole lanose.

E poi ho anche potuto assistere alla tintura della pura lana.

A mano, con molta pazienza e tanto amore.

 

 

 

Lofoten Wool produce filati da pecore allevate nelle isole Lofoten e nella Norvegia settentrionale.

Hanno scelto di lavorare la fantastica qualità della loro lana locale e vogliono rendere disponibile questo materiale bello e versatile attraverso la vasta gamma di prodotti realizzati in modo sostenibile.

Sulla loro bellissima pagina trovate tutta la loro storia, di cui vi lascio un estratto.

 

Perché la lana delle Lofoten?

Sono già conosciuti per la nostra carne di agnello di prima qualità – e per gli stessi motivi anche la nostra lana è eccellente!

Qui, gli animali pascolano sui pendii selvaggi delle montagne e sugli isolotti oceanici remoti durante i leggeri mesi estivi. Aria fresca, sale, alghe e pascoli ricchi ( fertilizzati dagli uccelli marini ) contribuiscono tutti a una produzione di lana di alta qualità.

 

Perché scegliere la lana?

La lana è una materia prima meravigliosa con qualità che altri tessuti possono solo sognare.

La lana è autopulente, ignifuga e batterica, regola la temperatura e ti tiene caldo anche quando è bagnato. Le fibre di lana sono altamente elastiche e offrono un’eccellente ritenzione della forma con una lunga durata.

Inoltre, la lana è una risorsa rinnovabile al 100%.

 

 

So che vi ho incuriosito quindi, se volete sapere davvero tutto, cliccate sul link qui sotto e tuffatevi nel magico mondo lanoso della Lofoten Wool

 

Lofoten Wool

 

 

 

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Sanremo – Una Storia Tutta Italiana – Il Libro!

      Parliamo di Sanremo. La vedete la mia faccia da scema nella foto? Manca meno di una settimana ed io sono prontissima!         Per chiarire…

 

 

 

Parliamo di Sanremo.

La vedete la mia faccia da scema nella foto?

Manca meno di una settimana ed io sono prontissima!

 

 

 

 

Per chiarire qualsiasi dubbio in merito,

io AMO Sanremo.

Amo l’atmosfera che si crea con settimane di anticipo.

Amo il gossip festivaliero del chi veste chi, chi pettina chi,

chi sta con chi, chi vincerà e chi successo avrà.

E poi amo i fiori.

I fiori di Sanremo.

Il mio gruppo di ascolto è lo stesso da anni.

Pochi ma buoni.

Io e Sara.

E Lorena, ogni anno in una città diversa, in collegamento Whatsapp!

Non ci siamo scelte per condividere 5 lunghe serate insieme, è capitato;

semplicemente siamo le uniche che lo guardano,

snobbate da fidanzati, mariti, parenti ed amici.

Tutti contro di noi.

Tutti contro Sanremo.

Ma noi non molliamo anche quando tra i Big non c’è Albano.

Anche se non presenta Gianni che per noi è cosa gravissima.

Lo scorso anno ho avuto la fortuna di conoscere Mauro Gliori:

medico di mestiere e autore de

“Sanremo. Una Storia Tutta Italiana”

insieme e Dario Salvatori, che di Sanremo se ne intende.

 

 

Ebbene,

ci siamo incontrati a casa sua grazie ad amici comuni,

nella bellissima Versilia che d’inverno conserva comunque il suo fascino.

Uno spritz aperol per entrare subito in sintonia e via di racconti.

Mauro è poliedrico: dipinge, ama la musica e gli animali ma soprattutto ama Sanremo.

La quantità enorme di appunti che ho raccolto durante quel

pomeriggio passato con lui che mi ha travolto con i suoi meravigliosi racconti

sanremesi è enorme.

 

 

 

Che il Festival della Canzone Italiana ebbe il suo primo battesimo

il 25 agosto del 1948 alla Capannina del Marco Polo di Viareggio lo sapevate?

Che fino al 1976 la sede del Festival era il Salone delle Feste del Casinò di Sanremo

e non il famoso Teatro Ariston con il suo temutissimo palco vi era noto?

Che Nilla Pizzi occupa tutti e tre i gradini del podio nel 1952 vi pare possibile?

Ebbene, se tutti questi aneddoti vi incuriosiscono,

non potete non leggere questo libro che, come una Bibbia,

ripercorre la storia del Festival di Sanremo,

dal 1951 quando si risolveva tutto in una sola serata in radio

fino alle 5 dirette in mondovisione su Rai 1.

Perchè non parla solo di musica ma racconta anche tutto ciò che sta intorno

a questo grande evento che è il Festivàl.

E’ pieno di aneddoti,

racconti del back-stage,

curiosità e spigolature

( quando avrete in mano il libro, amerete le sue spigolature, ne sono certa! )

 

 

 

Leggere questo libro mi ha fatto pensare che il bello di Sanremo, in fondo, è questo:

sono passati decenni,

siamo cresciuti

e tanti di noi ancora si ritrovano a guardare un programma che ha più di 60 anni.

Perchè la musica è gioia,

è allegria,

è felicità,

è leggerezza.

La musica non ha età.

Sanremo non ha età.

Lode a Sanremo, nonostante tutto!

 

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Momento Agente Immobiliare

Momento agente immobiliare Invito rivolto a tutti    ❄️ Durante l’ultimo viaggio on the road alle Lofoten abbiamo percorso centinaia di km, spesso accedendo in proprietà private che con la…

Momento agente immobiliare
Invito rivolto a tutti 

 

❄️ Durante l’ultimo viaggio on the road alle Lofoten

abbiamo percorso centinaia di km,

spesso accedendo in proprietà private

che con la neve alta perdere la bussola è un attimo.

🏡 Ho fotografato decine di case

perché lì sono tutte bellissime.

Sembrano finte.

Ho anche dato un nome ad ognuna

ed ho fatto in tempo ad affezionarmici.

Avrei voluto abitare in tutte,

magari soltanto per poche ore,

tipo pit-stop,

per ammirare il panorama da una di quelle finestre illuminate.

💼  È sicuramente una deviazione professionale:

faccio questo da anni e ormai sono un tutt’uno con gli immobili.

Spesso li amo, qualche volta mi innamoro, raramente li odio.

🤍  Il momento agente immobiliare nelle stories di Instagram

lo avete molto amato e qualcuno,

timidamente,

mi ha mandato delle foto di case, palazzi, interni ed esterni

scrivendomi che ha pensato a quelle che postavo dalla Norvegia.

 

#️⃣ Ebbene,

siate disinibiti

e postate pure tutte le foto di casevicoliepalazzi

usando #momentoagenteimmobiliare

e taggandomi nelle vostre stories o post.

 

📸 Le raccoglierò e ripubblicherò tutte,

che qualcosa di bellissimo sta bollendo

e la CASA sarà protagonista.

 

 

 

 

 

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Hot Tub – la pausa hygge tanto amata nel freddo nord

  Le Hot Tub o Kylpyrynnyrit sono grandi vasche di legno di origine finlandese che ricordano delle botti sezionate. Sono un prodotto tradizionale della cultura nordica.   Riscaldate a legna,…

 

Le Hot Tub o Kylpyrynnyrit

sono grandi vasche di legno di origine finlandese

che ricordano delle botti sezionate.

Sono un prodotto tradizionale della cultura nordica.

 

Riscaldate a legna,

secondo l’antico rituale scandinavo per la riduzione dello stress,

ecologiche ed estremamente efficienti,

hanno un consumo limitato.

E soprattutto sono silenziose.

Non hanno alcun motore

che disturba la quiete del relax all’aria aperta

e per questo non vanno confuse con la vasche idromassaggio.

Nascono dalla cultura nordica e dal bisogno di contatto con la natura

e l’abitudine a bagnarsi nell’acqua – calda in inverno e fredda in estate.

Nei paesi nordici gran parte della vita si svolge accanto all’acqua di fiumi,

laghi, mari

dove si trovano spesso case di villeggiatura,

chalet con saune e, appunto,

hot tub.

 

La riscoperta del bagno caldo e dei suoi benefici immersi

nella quiete del proprio giardino è la nuova frontiera del benessere quotidiano.

 

In un Paese in cui la connessione acqua-benessere è solida e imprescindibile.

In cui la natura è la protagonista indiscussa.

Con il legno delle foreste vengono create queste grandi tinozze.

Riempite d’acqua e riscaldate da una stufa a legna che emana quel tipico profumo,

misto di essenza e fumo,

come ad essere davanti ad un camino.

 

 

Un bagno in acqua calda (32°-38°),

immersi per 10-20 minuti,

ha innumerevoli benefici per il nostro organismo,

paragonabili a quelli della sauna finlandese.

Con il calore si aprono i pori del corpo e la pelle si libera dalle tossine diventando più bella.

Facendo un bagno caldo in una tinozza finlandese, d’inverno,

lo sbalzo termico favorisce il rafforzamento dei vasi sanguigni e migliora la circolazione.

L’acqua calda nella Hot Tub favorisce il rilassamento di tutti i muscoli del corpo,

aiutando cosi a scaricare lo stress accumulato.

È utile anche per chi soffre di artrite e reumatismi perché il calore dell’acqua

aiuta il movimento e la flessibilità delle articolazioni.

Ottimo strumento di prevenzione per influenza e raffreddori.

Non meno importanti sono i benefici sulle malattie cardiovascolari,

in quanto un bagno nell’acqua calda riduce

la pressione sanguigna migliorando la circolazione.

L’opportunità di godere di un momento quotidiano di benessere

nel giardino di casa eleva le tinozze finlandesi

ad un concetto più completo di Spa domestica,

considerando i benefici sopra citati.

Immergersi in un bagno caldo induce un benessere intimo di corpo e spirito,

un sentimento di benessere che nei paesi nordici si traduce

con hygge,

letteralmente ‘intimità, calore’.

 

 

Durante il nostro viaggio alle isole Lofoten

ne abbiamo trovate parecchie

e ci siamo tuffati come la Cagnotto alle Olimpiadi.

La bellezza del relax immersi nell’acqua a 40 gradi quando fuori ce ne sono – 14

è travolgente ma la vera meraviglia sta tutto intorno.

Noi abbiamo ammirato le stelle in una notte limpidissima

con i fiordi innevati tutto intorno.

E’ talmente difficile da rendere con le parole

che tutti dovrebbero provarlo una volta nella vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il testo riguardando la descrizione tecnica è stato preso dal web.

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Alessandra Pierelli e la sua arte!

    Alessandra Pierelli io la amo. Lo dico subito. Prima di iniziare una qualsiasi descrizione seria. Prima di parlare delle sue tecniche. Prima di parlare della sua arte. Prima…

 

 

Alessandra Pierelli io la amo.

Lo dico subito.

Prima di iniziare una qualsiasi descrizione seria.

Prima di parlare delle sue tecniche.

Prima di parlare della sua arte.

Prima di parlare di lei.

 

Incontrata ad una cena vista mare,

il caso ci ha messe sedute una accanto all’altra

ed è scoccata immediatamente la scintilla.

Quella scintilla che ti fa dire: 

” Cavolo, mi sembra di conoscerla da una vita! “

 

 

 

 

Raccontarla è cosa ardua perchè la sua è veramente una Storia.

Parlano le sue opere, i suoi colori, le sue scelte.

Se volete scoprire di più potete andare sul suo sito.

Dopo aver letto questa intervista dove ci ha aperto il cuore.

 

 

Alessandra Pierelli Art

 

 

 

 

Alessandra, dalle Marche passando per l’Umbria per approdare a Trieste.

Un mezzo giro d’Italia.

Raccontaci un po’ di te.

 

Nelle Marche ho vissuto fino a 19 anni, visto che poi mi sono subito spostata a vivere a Milano (dove ho frequentato l’Accademia di belle Arti) e, successivamente, a Londra.

Ho sempre viaggiato molto e vissuto per brevi periodi anche a Madrid e a New York.

A New York vivevano il mio maestro d’arte, Nicolas Carone (uno dei maggiori esponenti della corrente dell’espressionismo astratto, direttore dell’International Art School di New York e grande amico del mercante d’arte triestino Leo Castelli) e anche l’altro artista americano con cui ho collaborato, Al Held.

Li ho conosciuti entrambi  in Umbria, a Todi, dove ho vissuto per vent’anni con il mio primo marito, e i miei due figli più grandi.

A Trieste invece sono arrivata nel 2015, sempre per amore, per seguire Michele, che poi è diventato il mio secondo marito e il papà della mia terza figlia, Bianca.

A Trieste mi è sembrato di tornare alle origini, essendo nata in una città di mare, Ancona.

ùTrieste l’ho sentita subito mia, è una città, bellissima, mai scontata o banale, e me ne sono innamorata. Dal punto di vista del processo creativo, Trieste è un territorio molto fertile per me, c’è il mare, un elemento che favorisce l’introspezione, che mi riporta alla natura delle cose e che mi regala benessere ed equilibrio.

Il tasto dolente è rappresentato dal lavoro: Trieste infatti è una città molto classica e, nonostante ci sia curiosità, non mi garantisce un sufficiente riscontro per il mio tipo d’arte. Mi devo quindi spostare frequentemente a Milano e a Roma (ma anche in altre città), per collaborare con gallerie, spazi espositivi e per partecipare a eventi artistici. Inoltre, da alcuni anni collaboro anche con una galleria di Los Angeles, metropoli dove spero di riuscire ad andare presto.

 

Appassionata di arte e di bellezza in tutte le sue forme.

Quando hai iniziato e da dove nasce questa passione.

 

Credo che questo talento e questa passione mi sia stano state trasmesse da mia madre, che è una bravissima artista figurativa, e che si siano poi rafforzate anche grazie all’influenza di mio fratello maggiore (anche lui disegnatore/fumettista).

Mia madre, inoltre, è anche un’amante dell’arte in generale e una collezionista, quindi sono cresciuta respirando arte in casa, circondata da bei quadri e mobili di design.

Credo che tutto questo abbia influito molto e prodotto in me uno spiccato senso estetico.

Ricordo che già da piccolissima ho iniziato a provare interesse per il disegno, la creazione e la manualità. Disegnavo esercitandomi a ricopiare pupazzi e disegni che mi piacevano, e giocavo spesso con la plastilina, realizzando piccole statuine. Da allora non ho più smesso e per me è come se fosse una droga; ho sempre bisogno di pensare a qualcosa di nuovo da creare, di avere le mani sporche di colori, resina, stucco.

Quando sono presa dalla realizzazione dei miei lavori, potrei anche andare avanti per ore, totalmente rapita (quasi ipnotizzata) da ciò che sto facendo. A volte mi capita di non sentire neanche la stanchezza o la fame.

Oltre all’arte, ho molti altri interessi e sono molto curiosa.

Direi che queste due caratteristiche sono una fonte continua di stimoli e ispirazione. Come già detto, sono molto golosa e mi piace fare dolci.

All’inizio, un po’ per gioco, ho cominciato a farne anche di finti e ora sono diventati uno dei punti di forza delle mie creazioni.

Mi piace molto anche la moda, il design, il cinema e i fumetti e, infatti, varie opere e mostre che ho fatto sono state ispirate da questi miei interessi; vedendo un film, rivisitando pezzi di design, sfogliando riviste di moda da cui ho preso spunti, riproducendo stemmi, logo e simboli dei miei supereroi preferiti, come Superman, Batman e Capitan America, Baby Yoda.

 

Quando hai capito che la tua passione poteva diventare un lavoro? 

Da subito  dopo l’ accademia, anche se  nel tempo il mio lavoro si è modificato.

Ho iniziato con uno stile molto classico,  figurativo, infatti per un lungo periodo quando vivevo in Umbria ho fatto la decoratrice, eseguivo murali e trompe l’oeil su commissione in case e strutture private.

Poi dal 2006 ho cominciato ad appassionarmi al genere astratto (seppur sempre riconoscibile e materico).

Sono sempre in continua ricerca ed evoluzione, il mio lavoro si modifica sempre e, inoltre, sono molto curiosa, quindi nel percorso inserisco sempre degli elementi di novità.

Nell’ultimo periodo però il mio stile si è molto trasformato: amo  di più i colori accesi, faccio più scultura che pittura e il mio stile è diventato molto Pop.

Avendo cambiato stile, si è modificato molto anche il mio tipo di lavoro: raramente eseguo decorazioni d’interni e lavoro quasi esclusivamente con gallerie e spazi espositivi, esponendo le mie opere.

 

Essere artisti oggi è  una scelta coraggiosa.

Scelta che rende liberi di esprimersi e di comunicare senza filtri.

Quali sono i pro e quali sono i contro?

 

Si assolutamente e oltre che coraggiosa attualmente (considerando anche la pandemia) anche molto difficile).

A mio parere i il fatto di essere libera e non avere vincoli di orari, nè nessuno che mi impartisce ordini da eseguire è un un gran lato positivo.

Il rovescio  della medaglia però è che ci sono  periodi in cui sono molto sotto pressione, per esempio quando devo fare mostre o partecipare ad eventi fieristici non ci sono orari, spesso mi ritrovo a lavorare anche fino a tarda notte e non esistono giorni di festa, nè fine settimana.

Anche il fatto di fare ciò che mi piace mi appaga molto, il tasto dolente però è quello del guadagno, nell’arte infatti magari in un giorno si vende guadagnando ciò che in un lavoro normale si guadagnerebbe in un mese, poi però magari per mesi mese non si vende nulla, diciamo che si vive sempre alla giornata, nell’incertezza e nell’’instabilità. Penso però che chi ha questa predisposizione alla creatività e a creare sia comunque molto fortunato, abbia ricevuto un grande dono e a prescindere dai risultati che riuscirà a conseguire sarà comunque un privilegiato nella vita.

A tale proposito, mi viene in mente una frase di Francis Scott Fitzgerald: 

“Il fatto è che quando si è provato l’intensità dell’arte, nient’altro di ciò che può capitare nella vita, sembra oramai importante quanto il processo creativo”. 

 

Fin da subito mi hanno colpito i colori.

Le tue opere sono piene di colori.

E penso che ti rappresentino molto.

 

In realtà questi colori vivaci rappresentano l’ultimo periodo del mio percorso artistico, perché come ho precedentemente spiegato, all’inizio facevo opere molto diverse, quasi esclusivamente pittura e usavo molto i colori della terra, le sfumature di marrone e colori molto più caldi. L’avvicinamento alla scultura e al filone della Pop Art hanno poi favorito l’uso di colori molto più vivaci.

 

Resine, trompe l’oeil, installazioni ( installazioni non va bene. Metti tu quello quello che ritieni più corretto, serve un riferimento ai materiali che usi ).

Qual è la tecnica che preferisci?

 

Si, è vero.

Già altre volte, nel corso di simili interviste, mi è stato fatto notare questo mio spiccato eclettismo. Mi piace cambiare, sperimentare, sono quasi sempre in una continua ricerca, che è ciò mi consente di esprimere liberamente la mia personalità, le mie emozioni. Come molti artisti, ho iniziato dal figurativo (tanto che, su richiesta, eseguo ancora murali e trompe l’oeil), ma da molti anni ormai sono passata all’astratto (se pur sempre leggibile).

Negli ultimi anni prediligo la scultura alla pittura e mi sono avvicinata alla corrente artistica delle Pop-art.

Penso che l’arte figurativa mi vincoli eccessivamente con le sue rigide strutture tecniche (posso dire anche che la trovo noiosa) ed è per questo che amo sperimentare e cambiare, passando dal figurativo all’astrattismo materico e dalla pittura alla scultura, dal genere classico a quello più audace divertente e colorato del filone “Pop”.

Ma, anche se parliamo di tecniche e generi abbastanza differenti tra loro, voglio sottolineare che esiste sempre nelle mie opere una costante e un filo conduttore tra i diversi generi da me utilizzati, che è l’uso della materia.

Infatti, sia nella pittura, sia nella scultura, uso molti materiali, tra cui: lo stucco, la resina, le puntine da disegno e, a volte anche materiale organico (caramelle, cioccolatini, popcorn, marshmallows) che formano una texture in rilievo, che sono solita ricoprire quasi sempre con uno strato di finitura di resina.

 

Le nostre strade si sono incrociate per caso e complice un interesse comune per la psicologia abbiamo iniziato a chiaccherare per non smettere più.

Tu sei Conselour, che dal mio punto di vista è una sorta d’arte.

Come comunicano queste tue due parti?

 

La mia passione principale è l’arte.

Ma ho un certo trasporto ed interesse anche per la psicologia e trovo che ci sia una grande connessione tra l’una e l’altra.

Credo che il ruolo dell’artista sia un po’ come quello dell’innamorato/a e dello psicologo/a: se ti amo (e se ci tengo al tuo benessere), ti devo rendere consapevole delle cose che non riesci a vedere!

E l’artista spesso ha una spiccata sensibilità e riesce a vedere cose che gli altri non vedono e ad andare oltre.

È la fragilità dell’essere umano che m’interessa e per questo in passato nelle mie opere, ho utilizzato molto lo scotch industriale da imballaggio con la scritta fragile, per rendere più esplicito questo bisogno, metafora del mio stato d’animo, manifestato senza negare l’evidenza di una condizione tormentata.

Questo mio tormento  e l’interesse per le fragilità dell’essere umano mi hanno portato circa 15 anni fa ad intraprendere un percorso di crescita e autoconoscenza personale con approccio gestaltico.

Un percorso diverso dalla psicologia convenzionale, un misto di tecniche psicologiche  gestaltiche, creative (introduzione  del teatro e arte terapia) e spirituali con particolare attenzione alla meditazione) che aiuta a conoscere se stessi, in un modo personale e creativo.

Attraverso questo percorso ho imparato ad essere più umana e più vera e conseguentemente ad entrare in empatia con gli altri, poiché è aiutando l’altro che si aiuta se stessi.

 

Sei rappresentata da Gallerie d’Arte Internazionali: da Milano, a Roma a Los Angeles.

Attualmente dove possiamo ammirare le tue opere?

 

Attualmente collaboro con il  NHOW hotel di Milano, con la galleria SpazioCima di Roma e la bG Gallery di Los Angeles (dove spero di poter andare molto presto).

 

Cosa consigli a chi vorrebbe vivere di arte e iniziare un percorso artistico?

 

Per me fare arte e’ come respirare. Tante volte ho pensato di smettere e di fare un altro lavoro, perché è un percorso molto duro a volte anche frustrante.

Ma quando – al pari mio – si sviluppa questa passione, spesso  non si riesce a farne a meno, perciò consiglio di perseguire i propri sogni e le proprie ambizioni  anche facendo dei sacrifici e più lavori all’inizio (se non si riesce a vivere solo d’arte).

Resistere e non abbandonare la propria passione, perché io credo che solo facendo ciò che si ama si riesca ad avere una vita soddisfacente.

Bisogna quindi  armarsi di buona volontà, fiducia, essere tenaci e prepararsi a fare fatica, perché è un percorso molto lungo.

Ma d’altronde mi hanno anche insegnato che nella vita non esistono scorciatoie, nè  la possibilità di raggiungere obiettivi apprezzabili, senza aver fatto prima molta fatica!

 

 

 

 

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Norvegia – Una fine d’anno tra fiordi e magia!

    Giorni pieni di meraviglia. Giorni pieni di risate. Giorni pieni di gioia. Giorni pieni. ❄️ Nuove emozioni. Nuovi inizi. Il mio anno magico.     Se succede qualcosa…

 

 

Giorni pieni di meraviglia.
Giorni pieni di risate.
Giorni pieni di gioia.
Giorni pieni.
❄️
Nuove emozioni.
Nuovi inizi.
Il mio anno magico.

 

 

Se succede qualcosa di bello viaggia per festeggiare.
Se succede qualcosa di brutto viaggia per dimenticare.
Se non succede nulla viaggia e qualcosa succederà.

Sono partita esattamente con questo spirito qui ed è stata magica per davvero.

 

 

 

In Norvegia i mezzi di trasporto sono eccezionali.
Partenze in orario ed arrivi in anticipo.
Servizi a bordo organizzati in maniera impeccabile e sorrisi a profusione.
La storia che la gente del nord è musona è una leggenda metropolitana.
In pochi posti mi sono sentita così libera di uscire alle 7.00 vestita come un bambino la mattina di Natale: maglione con le renne, calze tirolesi e sorriso ebete stampato in faccia.
Sì, perché la libertà fa questo effetto.
Ti rende invincibile ma allo stesso tempo disocciato dalla realtà.
Mi chiedo spesso chi e cosa sia “giusto” e finalmente ho capito che l’importante è trovare il nostro giusto, il resto, poi, accade.
E accadono anche un sacco di cose magiche.
Bisogna solo continuare a crederci.
❄️
Direzione verso Il Sognefjord, il più lungo fiordo della Norvegia e il secondo al mondo dopo la Groenlandia.
Dormiremo in un posticino sulla punta estrema di Flåm: 500 anime e noi.
❄️
Un inizio anno che sa di neve scricchiolante sotto i piedi, silenzio assoluto e sogni.
Sì, proprio quei sogni che danno forma al mondo.

 

 

ᗷEᖇGEᑎ
🌟
Be your own kind of beautiful.
🌟
Che quest’anno ci porti serenità, amore e tante risate.
Che ci faccia brillare gli occhi di gioia e ci travolga con la sua bellezza!
Che ci veda forti e invincibili.
Che ci faccia godere delle piccole cose e, mai dimenticare, che ci dia mojiti a iosa e abbracci sinceri.
🌟
Passeggio per le strade deserte di questo paesino da favola, accarezzata dal vento e avvolta dalla magia.
🌟

 

ᖴᒪᗩᗰᔕᗷᗩᑎᗩ
🚂
La Flåmsbana è una ferrovia norvegese che collega la linea principale Oslo-Bergen, nella stazione di Myrdal, con la cittadina di Flåm sull’insenatura di Aurland del Sognefjord.
🚂
Ambientazione da Orient Express.
Carrozze anni 40 perfettamente conservate, il profumo del legno lucido e lo scricchiolìo sotto i piedi.
Ma è la scenografia che incanta.
🚂
Il buio in partenza la mattina presto e la neve tutto intorno.
Le cascate ghiacciate.
Il silenzio.
La magia.
La natura che si racconta ed io che, in silenzio, ringrazio la vita per avermi donato questa meraviglia.

 

 

 

Le parole dell’anno scorso appartengono al linguaggio dell’anno scorso e le parole dell’anno a venire attendono un’altra voce.
🌟

T.S. Elliot 
🌟
Ho sempre detestato i buoni propositi.
Che mentre sono impegnata a vivere non riesco a starci dietro.
Ho mollato tutto e ho portato solo la parte migliore di me, quella che ancora crede a Babbo Natale e agli incontri che ti cambiano la vita.
Quella che si guarda dentro senza smettere mai di puntare oltre.
Quella che per i più è una vacanziera incallita quando, invece, il mio tutto sta nel viaggio.
Fisico, di testa e di cuore.
Ho scelto di passare questo ultimo giorno dell’anno viaggiando tra i fiordi norvegesi perché ho scelto di ascoltarmi.
Dovremmo ricordarci che meritiamo ciò che desideriamo.
Dovremmo ricordarci di spingerci ogni volta un po’ oltre alla nostra comfort zone.
Dovremmo ricordarci di brillare, sempre.
🌟
Auguri a me perché il mio cuore possa continuare a battere così, senza fare previsioni e senza pianificare ma con l’adrenalina sempre pronta a fare capolino.
Auguri a voi perché abbiate il coraggio di essere ciò che avete sempre sognato 🌟

 

 

 

 

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