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Life, Love, Passion

Mese: Febbraio 2018

Milano – un weekend di BIT, amici, scoperte e risotto alla milanese!

  Milan, l’è on gran Milan E’ stato un weekend improvvisato, di quelli decisi quasi all’ultimo, sgranocchiando uno speedy lunch tra un appuntamento e l’altro. Mi sono aggregata a Chiara di…

 

Milan, l’è on gran Milan

E’ stato un weekend improvvisato, di quelli decisi quasi all’ultimo,

sgranocchiando uno speedy lunch tra un appuntamento e l’altro.

Mi sono aggregata a Chiara di MissClaire diretta alla BIT

che in realtà si è rivelata una gran scoperta ma soprattutto una prova di forza:

mi sono sentita un’eroina,

invincibile e tutta d’un pezzo,

che resistere a tutti quei padiglioni vista mare,

vista monti, vista mondo è cosa only for the brave.

E poi gli incontri: con Judith di Secret Gardens al Padiglione Israele

con cui ci ritroveremo a Tel Aviv a giugno.

Con Mutasem, la mia guida giordana che mi ha fatto innamorare della sua terra,

in collegamento video direttamente da Amman.

Praticamente eravamo entrambi in Giordania 😉

I km battuti in fiera, i colori, i profumi ed i sapori di un piccolo luogo

che racchiude il mondo intero.

 

 

 

Chi mi conosce bene sa che non ho mai avuto un gran rapporto con Milano.

Forse perchè ci siamo incontrate decine di volte

ma non ci siamo mai conosciute veramente a fondo.

Forse perchè una volta su due mi hanno rubato qualcosa.

Forse perchè io e il sole, insieme, lì non ci siamo stati mai.

Forse perchè non era semplicemente il momento.

Ebbene, ci sono tornata e mi ha conquistata.

Così viva, così luminosa, così piena di gente e di cose da fare.

Così piena di amici incontrati nei miei viaggi in giro per il mondo

ma che non ci si vedeva da un sacco.

E poi sarà che a me le emozioni mi fregano sempre

e che la lacrima in tasca non manca mai

ma, ragazzi miei,

sono stati tre giorni serratissimi di lavoro e di cuore.

 

 

 

 

Siamo state fortunatissime ed abbiamo alloggiato in un hotel carinissimo in zona hot.

Insomma, se passate da queste parti direi che è tappa obbligata.

Super comodo per chi ha bisogno di spostarsi in metro:

la Stazione Garibaldi è dietro l’angolo!

Super comodo per chi vuole soccombere allo shopping:

10 Corso Como è dietro l’angolo!

Super comodo per chi vuole visitare la nuovissima Piazza Gae Aulenti:

è dietro l’angolo anche lei!

Super mega comodo per chi vuole fare nottata all’Hollywood

– non serve nemmeno girare l’angolo, basta calarsi dalla finestra 😉

 

 

 

Ebbene, l’hotel che ci ha ospitate è il Tocq di Via Tocqueville.

Un tripudio di verde nella sala da pranzo

( e voi sapete che con me il verde vince facile! ):

arredamento lineare, stanze pulite, luminose e molto silenziose.

Mele fresche alla reception, personale disponibilissimo e sempre con il sorriso e

ultimo ma non ultimo un buon vino che il pranzo non può essere solo veloce no? 

 

 

Foto di MissClaire

 

 

Foto di MissClaire

 

 

Appena salita sul treno a Trieste sono stata travolta da quella voglia di risotto alla milanese

che mi pervade ogni volta che mi dirigo in territorio meneghino.

Pare che arrivata lì non possa stare senza,

infatti l’ho ordinato entrambe le sere,

anche durate la degustazione di pesce all’ Osteria di Brera

La cosa pazzesca di questa deliziosa osteria

è che appena entrata ho avuto un déjà – vu.

Quella sensazione di conoscere quel luogo eppure non esserci mai stati prima.

Ebbene, ho scoperto essere l’ex ristorante Orient Express –

che per chi frequentava Milano negli anni ’90 è sicuramente luogo noto.

Segnatevelo e andate a provare.

Noi abbiamo mangiato un crudo di pesce buonissimo

( che per noi triestini fuori casa è offlimits ),

fiori di zucca con le alici, lo scialatiello all’acqua con i frutti di mare,

il mio amato risotto alla milanese ( il primo! )

e per chiudere una cheesecake ed un tiramisù che riassumo con un wow!

 

 

Foto golose scattate all’Osteria di Brera by MissClaire

 

La nostra ultima cena milanese al ristorante all’ultimo piano dell’ Hotel La Gare

– in un palazzo che accoglie con un caleidoscopio di colori:

finestre illuminate, ambiente accogliente e lo Chef Matteo Minutiello che ci ha coccolato con un menù totalmente milanese –

è stata meravigliosa!

Abbiamo degustato i tradizionali mondeghili, il mio adorato risotto alla milanese,

cotoletta di vitello con le patate e un panettone ( che alla fine sta bene sempre )

con una crema al mascarpone fatta al momento e da leccarsi i baffi!

 

 

 

Molto spesso la risposta galleggia tra le bollicine di un bicchiere di vino. 

Molto spesso la risposta giá c’è e noi non ce ne accorgiamo.

Molto spesso abbiamo solo bisogno di seguire il cuore.

Molto spesso abbiamo solo bisogno di giornate così.

I miei giorni milanesi mi stanno regalando emozioni forti, incontri inaspettati,

sorprese emozionanti, persone vere ed accoglienti.

Brindo a voi e alla vita che non smette mai di sorprendermi 

 

 

 

 

 

 

 

  1. Foto di copertina Pinterest

 

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Intervista a Stefania Campanella – Formentera Non Esiste

  Formentera. La mia isla ed i suoi punti fermi. Passano gli anni ma loro sono sempre lì, ancorati, felicemente. Sempre pronti a ricordarmi che se sono vecchie abitudini evidentemente sono…

 

Formentera.

La mia isla ed i suoi punti fermi.

Passano gli anni ma loro sono sempre lì, ancorati, felicemente.

Sempre pronti a ricordarmi che se sono vecchie abitudini evidentemente sono buone abitudini.

Grazie a quel meraviglioso mondo che è Internet sono incappata in Stefania Campanella.

Me lo ricordo benissimo: a pranzo in una giornata di sole, ordinando del sushi.

E’ stato colpo di fulmine al primo ciao al telefono!

 

Stefania, dal nostro ultimo caffè insieme al Matinal di Formentera a quiPrima di iniziare a parlare del tuo libro e dei tuoi progetti raccontaci un pò di te.

Da sempre quando ho qualcosa di importante da comunicare lo faccio con la scrittura.

Infatti sono laureata in Lettere, ho fatto la copywriter per tanti anni e ho scritto qualche libro, la maggior parte per raccontare Formentera.

Non mi definisco una scrittrice, piuttosto una persona che esprime la propria creatività attraverso le parole.

 

Appassionata dell’isola. Amante della Formentera VERA.

Profonda conoscitrice dei suoi segreti e della sua gente.

Come e quando sei arrivata sull’isola la prima volta?

 

Sono arrivata una notte di agosto nel 1997, a es Pujols.

La prima impressione fu pessima e ricordo di aver detto: “Speriamo che almeno il mare sia bello!”.

Da quel giorno, non c’è più stato un anno in cui non ci sia tornata, prima per vacanza, poi per eventi di vario tipo.

 

“ Nonostante lavorassi in un ufficio, la mia mente era sempre rivolta a Formentera, al come salvarla da un turismo di massa dilagante e maleducato, al come tenere alta la reputazione dei miei connazionali in un paradiso dove la parola “italiano” era spesso sinonimo di maleducato e al come poter dare voce a tutte le persone che, come me, se ne erano innamorate. 

Spesso persone creative, artistiche, anime speciali con qualcosa da dire”.

Ti confesso che leggendo questo passo sul tuo blog ho capito che io e te avevamo molto da raccontarci.

 

E io ti confesso che quando nel 2007 inizia a intervistare alcuni isolani, a ricercare storie per Formentera non esiste, spesso mi trovavo davanti persone molto stupite “Cosa? Un’italiana che vuole conoscere le tradizioni e la cultura di Formentera?”.

La maggior parte degli italiani erano colonizzatori poco inclini ad approfondire l’anima autentica dell’isola.

Ovviamente, questa è una generalizzazione, che come sempre, include delle eccezioni.

Comunque sì, la storia tra l’Italia e Formentera è anomala, unica e surreale a volte.

Oggi credo che la situazione sia molto diversa.

 

“Formentera Non Esiste” è il tuo libro. Perché questo titolo?

 

Perché non ne esiste una, ma ognuno ha la propria.

Ci sono delle versioni di Formentera diversissime, che non si incontreranno mai, altre che convivono o si sovrappongono.

Ma non ne esistono due uguali, ecco perché è un’isola infinita.

 

Il libro ha avuto un successo clamoroso. Uscito nel 2010 e nuovamente in ristampa. Come spieghi questo successo?

 

Penso di aver avuto la giusta intuizione: raccontare Formentera a chi se ne era innamorato, condividere tante scoperte che grazie a un investimento di tempo e denaro avevo potuto raccogliere in loco, pensa che studiai lo spagnolo proprio per poter comunicare meglio con le persone.

Si trattava di fatto dell’unico libro italiano che parlasse dell’isola.

Poi, lo ho davvero scritto con il cuore, in un periodo molto difficile per me, e questo sicuramente arriva tra le righe.

 

Il nome dell’editore è Formentera Filo Blu e mi viene subito in mente il filo blu che tu racconti unisca tutte le persone che amano Formentera…

 

Il filo blu esiste davvero, ahahha. È quello che unisce tutti gli amanti della libertà interiore che Formentera regala.

Più semplicemente, è il nome che avevamo dato, il mio socio Davide Scalzotto e io, alla nostra associazione, con l’intento di promuovere un turismo creativo sostenibile sull’isola.

Forse eravamo troppo ambiziosi, ma ci siamo divertiti prima di chiudere questa avventura organizzando diversi eventi tra Roma, Formentera e Venezia, non ultimo il convegno con Ca’ Foscari da cui poi è nato il libro Formentera.

Ritratto di un’isola.

 

Si dice che l’isola sia magica, che sia un crocevia di energie positive, che una volta che ti entra dentro non ti abbandona più.

Dopo tanti anni hai capito cos’è che la rende così unica?

 

Sto tentando di scrivere un libro per spiegarlo, l’idea è di farlo uscire come continuazione di Formentera non esiste nel 2020…

Si può davvero spiegare Formentera da un punto di vista energetico, ma appunto, mi serve un po’ di tempo.

 

Le nostre strade si sono incrociate per caso, grazie al web. Perché tu hai anche un blog che, come il libro, si chiama Formentera Non Esiste.

E’ nato prima lui o è nato prima il libro?

 

È nato prima il libro il blog era un modo per richiamare dal web i formenteramanti, che come me, si sentivano attratti da quest’isola.

E la cosa ha decisamente funzionato: amici, artisti, persone interessanti, vip… mi hanno contattata in tanti, e con la stessa motivazione: per riconoscersi in una community, quella che ama la Formentera più autentica.

 

In questi anni di blog ho conosciuto persone meravigliose grazie ad internet e tu sei una di quelle.

Cosa ne pensi e come li usi per parlare della tua isola?

Intendi i social network?

A dirti la verità, li uso senza strategia.

Quando ho qualcosa da dire, o qualcosa che voglio condividere, pubblico.

Certo, in passato moderare quotidianamente un gruppo di quasi cinquemila persone non sempre è stato semplice.

C’è anche il rovescio della medaglia: oltre a tante persone fantastiche, sono arrivati anche dei rompiscatole o delle persone che hanno approfittato della mia flessibilità.

Ma a me va bene anche questo.

Si impara da tutti.

 

Formentera Soul, Formentera Gourmet, Formentera Hippy, Formentera Ladies sono tue creature.

Io ho avuto la fortuna, casualmente ( anche se chi conosce l’isola sa che lì nulla accade per caso ) di partecipare ad un incontro.

Raccontaci che cosa sono, come sono nate e come si svolgono.

Sono delle settimane esperienziali sull’isola, con tematiche diverse, di cui curo il programma, in collaborazione con un tour operator, quindi decido cosa è meglio proporre e chi è meglio coinvolgere.

Prendo in considerazione solo le cose che ho provato e che mi sono piaciute.

Formentera Ladies, per esempio, è alla sua quinta edizione (19-23 aprile 2018) ed è ogni volta un’esperienza diversa e meravigliosa, in questo caso dedicata solo alle donne.

 

Dal tuo blog: “ Era il 1967. Formentera era meta di tantissimi hippy (chiamati peluts, “capelloni”, dagli isolani) che arrivavano in questo paradiso naturale e ne rimanevano estasiati.

Dai Pink Floyd a Bob Dylan, un tuffo nella Formentera più nostalgica, per rivivere attraverso luoghi, musiche e la magia di un tempo ritrovato, una leggerezza irripetibile e un sogno che ancora affascina…”

Credi ci sia ancora traccia di questo spirito hippy?

 

Io ancora in certi angoli segreti, lo ritrovo… Non so dirti ancora per quanto.

Visto che mi parli della Formentera Hippy, ci tengo a dire che è stato un privilegio poter scrivere un capitolo sull’argomento, come contributo per il libro di cui parlavo prima, quello che l’Università di Ca’ Foscari ha realizzato su Formentera.

 

Quella sensazione di libertà che nessuno ci può togliere mentre a largo sguazziamo tra le onde.

Il respiro affannoso perché a tutta questa vita non siamo abituati.

Noi con noi stessi.

Troppo spesso estranei, pezzi di puzzle sparpagliati. 

Finalmente ricomposti.

Per me Formentera è questo.

Mi aiuta, ogni volta, a ricomporre il puzzle e mi riporta all’essenza.

 

Che bella descrizione!

Sai ho una teoria: a Formentera il tempo non è quello del fare, ma è quello che nutre… ecco perché siamo così felici quando ci accoglie nella trasparenza delle sue acque e nel calore della sua Terra.

 

Nuovi racconti, nuove uscite, nuovi libri?

 

Ti racconto del progetto realizzato per sostenere Formentera Baby, l’iniziativa che appoggia Nicolò Govoni in un’altra isola, Samos, dove sta costruendo una scuola per i bambini di questo terribile campo profughi.

Con questo intento, ho scritto FORMENTERA PARA SIEMPRE, una guida su cosa fare e cosa vedere sull’isola mese per mese.

Eventi, appuntamenti, concerti, feste e luoghi imperdibili, per vivere Formentera tutto l’anno, al meglio.

L’ebook uscirà a breve su tutti i canali di vendita online in formato epub e mobi, ma al momento si può già ordinare in formato pdf sul mio blog.

Link al libro Formentera para siempre: http://www.formenteranonesiste.com/2018/02/formentera-para-siempre.html

Link al cartaceo Formentera non esiste: http://www.formenteranonesiste.com/il-libro-nuova-edizione

 

 

 

 

 

 

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Intervista a Claudia Venuti – autrice di “Passi” e “Dove Ti Trovo”!

    Parliamo di libri. Ho conosciuto Claudia grazie al web, più precisamente su Instagram. Sono incappata sul suo profilo per caso ed in seguito, sempre casualmente, ho letto un…

 

 

Parliamo di libri.

Ho conosciuto Claudia grazie al web, più precisamente su Instagram.

Sono incappata sul suo profilo per caso ed in seguito, sempre casualmente,

ho letto un passo di “Dove ti Trovo”.

Doveva essere mio.

L’ho portato con me a Formentera e mi sono immersa nella lettura.

Mi sono lasciata travolgere, mi sono rimessa in pace con il mondo, ho inspirato energia ed espirato pesantezza.

Mi sono emozionata, ho riso ed ho pianto ma soprattutto mi sono immedesimata con Mia,

la protagonista.

Ho voluto fortemente intervistare Claudia perchè la sua sensibilità, la sua dolcezza e la sua semplicità

di questi tempi sono cosa rara.

Potete trovare i suoi libri su Amazon oppure potete ordinarli direttamente a lei,

scrivendole su Facebook

Buona lettura!

 

 

Claudia, dopo tanto tempo, finalmente eccoci qui!

Classe 1987.

Nata al Sud e cresciuta in Romagna nei gloriosi anni ’90.

Tua madre, sul suo diario, scriveva:

“E’ una bambina con un temperamento forte, indipendente e deciso”

Raccontaci un po’ di te.

 

Eccoci!

Eh si, rileggendo quel diario 30 anni dopo, devo dire che fa un certo effetto.

Mia madre non si sbagliava, anche se avevo poco più di un anno quando ha iniziato a scrivere di me.

Oggi sono una donna, non più una bambina, ma la descrizione rimane la stessa e sono certa che se dovessi chiederle di scrivere di me adesso, userebbe gli stessi aggettivi.

Per 14 anni della mia vita, ho vissuto a Zungoli un piccolo paese in provincia di Avellino, il luogo che chiamo “casa”, in realtà, chiamo casa anche la città che mi ha successivamente adottata e che negli anni ho imparato ad amare: Rimini.

E poi c’è la mia casa immaginaria, dove con la testa e col cuore ci vivo da una vita ed è il mio posto nel mondo: New York.

Mi definisco una “sognatrice cronica”, estremamente sensibile e lunatica.

Sono un mix infinito di aggettivi che vanno da un eccesso all’altro.

Sto imparando solo adesso ad avere a che fare con le vie di mezzo, ma ammetto che è un’impresa difficile, però ci provo.

Vivo con la teoria del “tutto è possibile” in un mondo tutto mio, dove di base ci sono valori e legami che sanno resistere al tempo e dove le piccole cose sono quelle essenziali.

Vivo anche un po’ “last-second”, nel senso che sono la regina dell’ultimo secondo.

Odio programmare le cose, anche perchè non accetto che all’improvviso qualcuno possa cambiare ciò che mi ero prefissata di fare, quindi evito.

Di qualunque cosa si tratti, non anticipo mai i tempi, pur sapendo che risparmierei la fatica di fare tutto di corsa.

Sono anche un po’ “atipica”, nel senso che ad una domenica di shopping preferisco una domenica allo stadio.

Per quanto riguarda l’essere forte, forse lo ero molto più da bambina, ma tutto sommato lo sono anche adesso, solo che è una forza diversa.

Ho e vivo una vita piena e anche se a volte vorrei provare il piacere di fermarmi, poi continuo sempre con lo stesso ritmo.

 

Appassionata di scrittura e di lettura.Due romanzi pubblicati: “Passi” e “Dove ti Trovo”.

Quando hai iniziato a scrivere e da dove nasce questa passione ( che, tra l’altro, ci accomuna! )

 

Io scrivo da quando ho imparato a farlo, cioè da sempre e la cosa straordinaria è che ho conservato tutto ciò che ho scritto, quaderni e diari di quando avevo 10 anni, anche meno e questo mi permette di collegare e capire tante cose.

La passione per la scrittura è cresciuta con me, in maniera del tutto inconsapevole, non ho mai pensato di saper scrivere, l’unica cosa che sapevo, era che, ogni volta che riempivo dei fogli, stavo bene.

Scrivere è stata la mia cura, il mio sfogo, la mia terapia.

Difficile da spiegare come sensazione, ma ha a che fare col benessere interiore. Essendo una persona molto introspettiva e molto sensibile, ho sempre usato il canale della scrittura per farmi capire, per spiegarmi, per liberarmi dai miei stessi pensieri.

Con la lettura ho un rapporto ancora più intimo.

Ogni singolo libro scelto e letto, non è mai arrivato per caso nella mia vita.

Ci sono libri che non sono mai riuscita ad iniziare, altri lasciati a metà e altri che invece vado a risfogliare per vedere cosa avevo sottolineato e quanto c’era me lì dentro.

Poi ci sono i miei due romanzi, completamente diversi l’uno dall’altro, con un unico filo conduttore: Mia, la protagonista.

Un personaggio inventato che si confonde facilmente con la mia persona.

La verità è che c’è sicuramente qualcosa di me in lei e “gioco” molto con questa cosa, mi diverte immaginarmi in un modo piuttosto che in un altro, ed è quello il bello di scrivere libri… il fatto di poter liberare completamente la fantasia, senza nessuna regola, ma potendo scegliere tutte le sfumature e i tratti distintivi dei personaggi.

Scrivo e scelgo come far andare le cose. Nella vita reale non è sempre così.

Mi stupisce che tutti i miei lettori, quando mi scrivono per dirmi cosa ne pensano dei miei libri, si rivolgono a me come se Mia fossi davvero io dalla prima all’ultima pagina, come se fossero romanzi totalmente autobiografici e non abbiano nulla appunto di inventato e di “romanzato”.

Un giorno mi piacerebbe sapere perchè.    

Forse dovrei chiederlo direttamente a loro.

 

Tu ti autoproduci ed è una cosa coraggiosa in questo periodo.

E’ una scelta che rende liberi di esprimersi e di comunicare senza filtri.

Quali sono i pro e quali sono i contro?

 

La scelta dell’autopubblicazione è stata l’unica che potessi fare.

Prima di intraprendere questa strada, ho cercato una casa editrice, senza ricevere nessun riscontro.

Così, ho dato vita al mio progetto da sola, pensando a tutto, dalla copertina all’impaginazione.

Per il primo libro “Passi” ho utilizzato una piattaforma online che mi ha aiutata tantissimo soprattutto con la distribuzione, in quanto ho avuto la possibilità di essere presente in qualunque store online, mentre con “Dove ti trovo?” ho scelto di autopubblicarmi completamente da sola, senza nessun supporto se non quello delle persone che mi hanno aiutata a realizzare il tutto e questo significa che online è disponibile solo la versione ebook, (realizzata sempre da me) e mi occupo direttamente io della spedizione delle copie cartacee.

Ho comprato i miei diritti d’autore e ho usato una semplice tipografia per stampare le copie che poi rivendo personalmente.

Ammetto che all’inizio riuscivo a gestire abbastanza bene il tutto, oggi non è così facile, perchè le persone con le quali mi rapporto sono aumentate notevolmente negli ultimi due anni.

Il “pro” dell’autopubblicazione è solo questo: la libertà di espressione che non ha nessun limite e che personalmente non riuscirei proprio ad accettare.

Non potrei mai scrivere “a comando”.

Io scrivo tutto quello che sento di scrivere, senza nessun tipo di restrizione o regola.

I “contro” sono quelli che riguardano la distribuzione e il supporto sotto tutti gli aspetti, dall’editing alla pubblicità e all’organizzazione delle presentazioni.

 

Fin da subito mi hanno colpito la tua sensibilità e la facilità con cui passi dal raccontare i sentimenti al descrivere una città.

New York è co-protagonista del tuo primo romanzo, “Passi”, in cui c’è un passaggio che ho amato profondamente:

“Bisogna imparare a mettere dei punti, a chiudere i capitoli, a chiudere i libri”.

 

La mia sensibilità mi ha sempre un po’ “spaventata”, a tratti non l’accettavo nemmeno.

Ero troppo, troppo di tutto.

Poi invece, crescendo, ho capito che essere sensibile non significa essere debole, anzi.

E così, la mia vera forza è diventata proprio quella che credevo la mia più grande debolezza.

Non ho mai chiuso nulla, non ho mai messo punti e per assurdo anche mentre scrivevo, facevo fatica a chiudere i capitoli.

E’ per questo che in passato ho fatto l’errore di trascinarmi dietro il mio stesso passato, ed è proprio quando ho imparato a chiudere tutto, che sono rinata.

E’un po’ come Mia, se vogliamo.

E’ difficile imparare, ma è possibile, perchè lasciare spiragli al nostro passato significa solo intralciarsi il presente.

Ciò che è stato, è stato e l’unica cosa che possiamo fare è apprendere la lezione che quel determinato momento di vita ci ha dato, senza ostinarsi a voler tornare indietro a tutti i costi per cambiare il corso delle cose.

Il corso delle cose non si cambia. Per fortuna, aggiungerei in certi casi.

Ad oggi, mi sembra tutto perfetto così com’è.

Ognuno ha i propri tempi, l’importante è riconoscerli. E riconoscersi, sempre.

 

Perché proprio New York?

Come Mia, la protagonista, anche tu saresti pronta a lasciare tutto e  trasferirti oltre Oceano?

Assolutamente si. Ho sempre pensato : “Prima o poi ci andrò a vivere.” e sono certa che succederà, anche se non so quando e per quanto, sicuramente è nella lista dei miei desideri. Ogni tanto vorrei essere davvero come Mia.

Con New York ci siamo scelte a vicenda, ricordo benissimo la sensazione che ho provato quando sono arrivata a Manhattan per la prima volta, mi sentivo a casa, nella mia dimensione perfetta, mi sentivo parte di quelle strade, mi sembrava di conoscere già tutto, per questo dico che è il mio posto nel mondo… perchè nessun luogo al mondo mi fa sentire come mi sento quando sono a NY.

“Dove ti trovo?” l’ho scritto praticamente tutto lì, in poco più di dieci giorni.

Uscivo la mattina presto e tornavo a casa verso sera e passavo l’intera giornata a camminare e fermarmi a scrivere dove volevo.

Lei mi ha dettato ogni singola parola. E’ il motore delle mie parole. E’ stato un po’ come quando s’incontra la persona giusta e si dice “E’ LEI” ecco per me è stato così, amore a prima vista ancor prima di vederla, già la sentivo mia come città.

 

Le nostre strade si sono incrociate per caso, grazie a quella che è croce e delizia del nuovo millennio: la rete ovvero l’internet ovvero i social.

Come li vedi e come li usi per divulgare la tua scrittura?

 

Per me i social sono stati e sono fondamentali e una cosa è certa, non sarei mai arrivata a così tante persone, se non ci fossero stati.

E’ l’unico canale che ho a disposizione per farmi conoscere, ed è così che sono riuscita a divulgare i #passidimia usandoli in maniera costante e lavorandoci quotidianamente.

E’ un mondo relativamente virtuale per quanto mi riguarda, perchè in questi due anni, grazie ai miei libri ho conosciuto tante persone, le stesse che mi leggevano poi sono diventate amiche a distanza.

Io sono sicuramente entrata nelle loro vite grazie ai miei libri ma anche loro sono entrate nella mia, grazie ai loro messaggi e al loro supporto e tu Francesca sei senza dubbio tra loro.

E’ un po’ come se fosse nata una piccola famiglia, ecco si, sento di avere un’altra famiglia, è solo che le persone che ne fanno parte abitano in posti diversi e lontani fra loro.

Ed è bellissimo così. Dico sempre che un giorno spero di incontrarle tutte.

 

E’ proprio grazie ad Instagram ( che io adoro! ) che sono incappata in “Dove ti trovo” e mi sono lasciata travolgere:

“Si continua a viaggiare.

Abbiamo solo bisogno di bagagli leggeri, qualche abbraccio sincero e una bella scorta di coraggio.

Quella sì che aiuta sempre.

Quello a volte ci salva”.

Per una viaggiatrice incallita come me le tue parole sono aria pura.

Il viaggio come metafora della ricerca di chi non sa accontentarsi?

 

Esatto, ne hai colto il senso.

Questa frase (che poi è in assoluto una delle mie preferite)  l’ho scritta pensando ad una mia amica che aveva mollato tutto ed era partita da sola, allontanandosi dal suo mondo quotidiano.

E’ ancora salvata nelle note del mio telefono, con la data di una sera di giugno del 2016.

Ogni viaggio ha bisogno di coraggio, sia i viaggi che facciamo dentro di noi che quelli che ci portano ad andare via, con la speranza poi di ritrovarci.

Chi non sa accontentarsi viaggia solo un po’ di più, soprattutto con la testa.

Io personalmente viaggio molto con la fantasia e probabilmente preparo bagagli immaginari tutti i giorni… e ogni tanto penso che dovrei smetterla, altre volte invece penso che non mi darò mai tregua.

Che poi il bello di certi viaggi è che decidi tu quando partire e quando tornare, ma soprattutto come tornare.

La mia amica, alla fine è tornata, ma nel frattempo sarà partita altre mille volte e io idem.

 

“Bisognerebbe avere sempre il coraggio di seguire il proprio istinto, le proprie passioni.

Bisognerebbe vivere così, spinti da ciò che ci piace.

Sono partita spesso per scappare ma ovunque andassi quello che avevo dentro veniva con me.

Era addosso”.

Ecco che ritorna il viaggio.

Confesso di essermi immedesimata moltissimo perché anch’io, molto spesso, sono partita per scappare ma quando si tratta di sentimenti, loro ti trovano ovunque e forse non è poi così male.

 

In realtà, bisogna avere anche il coraggio di fermarsi e rendersi conto che certe corse continue non porteranno mai a nulla.

E’ che abbiamo sempre un po’ paura di affrontare i sentimenti, siano essi negativi o positivi, perchè ognuno con le proprie esperienze si crea una sorta di manuale di auto-difesa, ma non è scappando che ci difendiamo meglio, l’unico modo per difendersi davvero è restare e affrontare ciò che c’è da affrontare.

E’ solo dopo aver affrontato tutto che scopri il piacere di andare via solo per il bene che può fare staccare la spina, ed è in quel momento che provi il piacere di goderti ogni altra meta, quando ti liberi completamente e ti rendi conto che non stai più scappando da niente e da nessuno.

Ed è quella la sensazione migliore in assoluto.

 

In “ Passi” hai toccato un argomento che mi sta particolarmente a cuore: l’amicizia.

“Quando parlo di lui dico: il mio migliore amico, perché c’è qualcosa ai miei occhi che lo rende il migliore che potessi avere…

Se potessi donare un pezzo di felicità a qualcuno, deciderei di donarla a lui…

L’amicizia è un sentimento che fa da colonna portante nella mia vita…”

 

In questo sono come Mia.

Penso che l’amicizia sia uno dei temi centrali dei miei libri, perchè in realtà è un argomento importantissimo anche nella mia vita reale.

Sempre in “Passi” scrivo che : “L’amicizia vera è pur sempre una forma d’amore.” e penso che questa frase racchiuda perfettamente il mio pensiero.

Ho tanti legami, che io definisco – fondamentali – sono legami forti e tutte quelle persone messe insieme sono la mia forza.

Mi reputo molto fortunata, perchè avere dei buoni amici significa non essere mai soli.

 

Alla fine tutto riporta all’essenza, ai sentimenti, alle emozioni.

“Bisogna solo imparare a sentire. Le persone hanno paura di ascoltarsi.  Le emozioni forti non sono per tutti”.

Leggendoti si percepisce che per te, scrivere, è emozione.

Hai nuove emozioni pronte da imprimere su carta?

Possiamo aspettare con ansia una nuova uscita?

 

Ho iniziato da poco a scrivere il terzo libro, l’ultimo capitolo dei #passidimia , non so quando uscirà, ma arriverà.

Scrivo continuamente e anche se attualmente è tutto in disordine, tra note del telefono, fogli sparsi, quaderni, computer… so bene che alla fine tutto avrà un senso. Io sento e ascolto molto e non mi spaventano le emozioni forti, anzi, sono quelle che mi fanno sentire viva.

Sto scrivendo, ma con calma. Questo nuovo libro avrà un valore particolarmente speciale per me, forse perchè sono cresciuta rispetto al primo, non lo so.

So solo che quel po’ che continuo a leggere e rileggere quel po’ che ho scritto fino ad ora e ho la sensazione che per me, questo, sarà il più bello.

 

 

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Giordania – tra deserto, mare, tesori e stupore!

    GIORDANIA Furgoncino scassato, Babbo Natale appeso sopra la testa, i Beatles in sottofondo e atmosfera modello The Boat that Rocked. Di vero ci sono solo il furgoncino e…

 

 

GIORDANIA

Furgoncino scassato,

Babbo Natale appeso sopra la testa,

i Beatles in sottofondo e atmosfera modello The Boat that Rocked.

Di vero ci sono solo il furgoncino e Babbo Natale ma lo spirito è questo.

Siamo atterrati in Giordania in piena notte e siamo stati accolti così.

Oggi abbiamo iniziato il nostro tour andando verso nord,

dove le strade sono costellate di ulivi.

Ci siamo arrampicati fino al Castello di Aijloun,

fortezza abitata fino al 1955 dai beduini.

Da lassù controllavano Siria, Palestina e Israele.

Un delirio di scale,

un saliscendi che nemmeno i migliori squat

e che mi ha riportato immediatamente in Libano e in Oman.

Un caffè al cardomomo per riscaldare corpo

e cuore prima di spostarci verso Jerash.

Oh mamma, che meraviglia Jerash.

Sepolta per secoli sotto la sabbia,

poi scoperta e riportata alla luce,

testimonia la grandezza dell’impero romano in medio oriente.

Una vera metropoli dell’antichità,

fatta di edifici decorati e favorita dalla posizione privilegiata adiacente alle vie

commerciali nabatee,

divenne una delle città più ricche di tutto l’Impero Romano.

Si cammina per ore a testa insù e con gli occhi sgranati.

Un suono di cornamusa ci porta nel centro di un anfiteatro dove troviamo bambini danzanti

e allegri beduini suonanti.

Lungo la strada del cardo,

l’albero del pepe che non so voi ma io è la prima volta che lo vedo  

Abbiamo pranzato con riso bianco

( rigorosamente importato che qui l’acqua è davvero carente ) e verdure,

hummus e tanta frutta.

Rientrati ad Amman ci siamo fermati al Souk

che qui si trova nella città vecchia ed è pieno di ciarpame

in gran parte cinese perciò davvero poco interessante.

Il mercato ortofrutticolo, invece, è un tripudio di colori.

Un delirio di gente urlante e caschetti di banane piccoline ma buonissime.

Seduta davanti al camino nella hall dell’albergo,

mentre scorro le foto e whatsappo gli auguri di fine anno in anticipo

( che domani si parte per il campo tendato e di connessione non se ne parla nemmeno )

che ripenso a quanta bellezza ho avuto la fortuna di vedere quest’anno.

Odio i bilanci ed i buoni propositi.

Detesto stilare to list e piani 

( so già che verrò ripresa per questo ma giuro che mi impegnerò ).

Dribblo la testa e seguo sempre quel pazzo del mio cuore.

Eppure riesco ad essere felice.

C’è amore nell’aria, respiriamolo.

C’è speranza, crediamoci.

C’è vita, viviamola 

 

 

 

 

Si dice che Petra sia una delle otto meraviglie del mondo antico,

il tesoro più prezioso della Giordania.

I Nabatei, arabi gitani, la crearono nel 350 a.c.

scavando la roccia calcarea che cambia colore a seconda della luce

e la trasformarono in snodo cruciale per le rotte commerciali della seta e delle spezie,

grazie alle quali Cina, India e Arabia del Sud poterono entrare in contatto con Egitto, Siria, Grecia e Roma.

Per entrare a Petra bisogna oltrepassare il Siq, stretta gola fiancheggiata da ripide pareti rocciose.

Alla fine del Siq appare maestoso il Tesoro.

Ecco, la sensazione che si prova è difficile da spiegare.

Ci si aspetta la maestosità e ci si ritrova davanti all’infinito.

Infinito dato dalla lunga passeggiata attraverso il Siq per arrivare a godere di cotanta bellezza.

Perchè la felicità è anche un lavoro, non è gratis, la si costruisce e la si cura.

E la mia felicità si nutre ogni volta che ho la fortuna di poter percorrere nuove strade.

Il nuovo anno, per me, inizia qui.

Da una notte di balli e feste in un campo beduino e qualche ora di sonno in tenda che non fa per me

– e ora ne ho la conferma –

ma che ti rimette in pace con il mondo.

Un cielo stellato ed un fuoco acceso riscaldano il cuore e riempiono l’anima.

Mezzanotte con panettone e birra calda.

Mezzanotte con la musica dei gloriosi anni ‘80 che la musica a Capodanno resta uguale da Cortina alla Giordania!

Mezzanotte senza Wi-Fi.

Chi mi conosce bene sa che odio gli auguri di inizio d’anno perchè a chi voglio bene auguro cose belle ogni giorno

ma soprattutto auguro di avere sempre un animo curioso, occhi sempre aperti e cuore pulsante 

 

 

 

 

 

Negli ultimi 7 anni, dopo la guerra in Siria,

la Giordania ha perso tantissimo turismo nonostante sia un paese sicuro e stabile

in quanto stato cuscinetto importante per Israele.

Ad Amman ci sono 4 milioni di abitanti, di cui almeno un milione sono profughi.

Nata in origine con sette colli, adesso sono diventati 22.

Abbiamo percorso km e km con il nostro furgoncino vintage,

passando dalla nebbia fitta delle montagne al sole del deserto.

Siamo saliti sul Monte Nebo per allungare lo sguardo fino alla Cisgiordania.

Poi siamo scesi a Madaba, città che custodisce la mappa mosaico di Gerusalemme

e della terra santa e dove sono tornata immediatamente bambina, ai tempi delle elementari,

quando le suore ci facevano ordinare e incollare con religiosa calma piccoli tasselli di mosaico colorato.

Ho portato a casa una collana con un ciondolo verde e rosso pieno di pietrine mosaicate.

Ho imparato che le tende che loro usano come case sono fatte di lana di capra e lana di dromedario

che con l’acqua si gonfiano e non permettono alla pioggia di penetrare e con il sole si seccano e fanno passare l’aria.

Praticamente un inverter casereccio che ho testato e che vorrei piantare nel mio giardino 

Ho ascoltato i racconti politici e religiosi dei giordani e finalmente ho fatto chiarezza su Cisgiordania, Palestina e Terra Santa

– che sono la stessa cosa, sunniti, sciiti, Islam, confini e zone – ahimè – di guerra.

Abbiamo percorso la via della seta e l’autostrada del deserto

( autostrada è un simpatico eufemismo che le strade, come il Wi-Fi, non sono il loro forte ).

Abbiamo raggiunto il Wadi Rum o Valle della Luna e dopo un pomeriggio in jeep

sulle tracce di Laurence d’Arabia abbiamo raggiunto il secondo campo tendato

dove abbiamo cenato e guardato luna e stelle luminose nel cielo 

Le tende e i campeggi non fanno per me ma la magia che si prova in questi posti è innegabile

ed il silenzio della notte magico.

 

 

In Giordania non esiste un treno passeggeri,

la loro ferrovia trasporta solo merci,

nello specifico il fosfato dal nord al sud.

Stamattina ci siamo fermati nel Wadi Rum a visitare un antico treno  turco ottomano del 1898

dismesso battente ancora bandiera turca  ottomana che percorreva sempre la stessa linea

che attraversa Libano e Siria ed arriva alla Mecca.

Percorrendo l’autostrada del deserto in meno di due ore siamo arrivati ad Aqaba, sul Mar Rosso,

la prima città ad essere stata liberata dagli ottomani ai tempi di Re Abdullah e Lawrence d’Arabia

ed è l’unico sbocco sul mare della Giordania.

( 20 anni fa è diventata porto franco perciò lo shopping è stato feroce  )

Il controllo al check point è molto accurato essendo vicinissima ad Israele e Arabia Saudita.

Ma poi arrivi in hotel e trovi l’estate con i suoi colori ed il suo calore.

Questa cosa che bastano 30 km e si passa dal freddo polare al caldo torrido è pazzesca.

E poi sarà Mar Morto e fanghi e massaggi e relax, finalmente!

 

 

 

L’alba sul Mar Rosso è talmente delicata che non ti fa pentire della sveglia ad un’ora così infelice.

Stamattina siamo partiti prestissimo alla volta del Mar Morto.

Abbiamo costeggiato il confine con Israele per circa 350 km fino a raggiungere il nostro resort.

Quattro lunghe ore sul nostro furgoncino vintage ammirando il rigoglioso verde israeliano

che loro i problemi di acqua non sanno nemmeno cosa siano ma soprattutto l’acqua l’hanno desalinizzata.

Pensare che il Mar Morto con i suoi 416 mt sotto il livello del mare sia il punto più basso del mondo fa una certa impressione

ma ammetto che non appena infangata ho smesso di farmi tante domande,

mi sono immediatamente sentita una Cleopatra de noialtri

e mi sono goduta la meraviglia di una SPA veramente naturale.

L’acqua qui è dieci volte più salata dell’acqua di mare, calda e ricchissima di minerali.

Ci si può immergere e leggere il giornale, chattare o darci di selfie 

che tanto si galleggia meglio che sul flamingo in piscina 

Abbiamo cenato all’aperto ammirando le stelle e Gerusalemme illuminata che Israele è davvero vicinissima!

 

 

Della Giordania non dimenticherò la meraviglia e lo stupore che ho provato all’ultima curva del Siq

prima di intravedere il Tesoro.

Il silenzio magico del deserto in una notte piena di stelle 

I balli intorno all’immenso falò  acceso aspettando il nuovo anno con panettone e birra calda.

Il passare dagli zero gradi con sciarpa, piumino e guanti termici ai trenta gradi con costume,

infradito e Maracaibo in sottofondo.

( tutto questo in sole due ore di macchina )

Il vento che mi ha avvolta e travolta mentre su una jeep scassata attraversavamo il rosso Wadi Rum.

La gente accogliente e ospitale.

I posti di blocco spesso e volentieri che mi sono sentita più al sicuro qui che a casa mia.

Il mio primo albero del pepe.

I fanghi neri del Mar Morto che quando si seccano pare che ti si stacchi la pelle.

Galleggiare nel Mar Morto senza trucco e senza inganno.

I tramonti.

Ragazzi, che meraviglia i tramonti giordani 

Le ore passate a scrivere durante i nostri spostamenti in quel furgoncino che mi mancherà un sacco.

La nostra guida Mutasem che pare un orsetto  della Thun ma con un bagaglio di cultura immenso.

È grazie a lui se adesso ho fugato ogni dubbio arabo,

se mi sono appassionata ancora di più a questo paese meraviglioso,

se torno a casa felice e piena di voglia di raccontare,

che un passaggio qui lo dovrebbero fare tutti almeno una volta nella vita 

 

 

 

 

  1. La vedete questa carovana?
  2. Siamo noi, il nostro gruppo giordano.
  3. Per la prima volta ho scelto un viaggio organizzato ed è andata benissimo.
  4. Se volete pianificare un viaggio non potete non dare un occhio al loro sito Viaggi Giovani:

troverete viaggi di gruppo e viaggi su misura ma soprattutto troverete gente giovane, dinamica e super disponibile!

 

 

 

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Weekend a Varsavia – mille facce e altrettante sfaccettature di una città elogio della semplicità e della lentezza!

  Varsavia. C’è silenzio e c’è la neve   Ci sono le candele e ci siamo noi. Sono stata in Polonia per la prima volta quest’estate ed ho tanto sperato di…

 

  1. Varsavia.

  2. C’è silenzio e c’è la neve  
  3. Ci sono le candele e ci siamo noi.
  1. Sono stata in Polonia per la prima volta quest’estate
  2. ed ho tanto sperato di tornarci in inverno con la neve
  3. perché dove ci sono fiocchi c’è magia.
  4. Ed eccoci qui.
  5. Luci di Natale dappertutto, pesanti portoni in ferro decorato,
  6. neve lungo i bordi delle strade e un’atmosfera d’altri tempi.
  7. Ci ha conquistato subito.
  8. Con la sua eleganza e la sua lentezza.

  9. Con il suo freddo pungente e le sue zuppe calde.

  10. Con quel maestoso albero di Natale illuminato in piazza ed è quasi febbraio.

  11. Ecco, diciamocela tutta, l’albero vince su tutto,
  12. io posso ricominciare a canticchiare le canzoni di Natale senza vergognarmi
  13. ed in un attimo è poesia

 

 

 

  1. Il primo giorno ci siamo svegliati in una Varsavia cupa e nuvolosa.
  2. Ma la pioggia non ci ha fermato e abbiamo battuto Stare Miasto,
  3. la città vecchia, da cima a fondo.
  4. Quelle stradine ancora addobbate,
  5. i mille locali nascosti che per alcuni neanche Google Maps,
  6. le coppiette innamorate ad ogni angolo che ad averne in Francia
  7. Prévert ci avrebbe scritto un’intera
  8. enciclopedia,
  9. le chiese e i pierogi.
  10. Si, lo so che sto mischiando sacro e profano ma oggi è andata così:
  11. per metà giornata non abbiamo fatto altro che mangiare e bere
  12. e l’altra metà l’abbiamo dedicata al museo degli ebrei polacchi,
  13. il Museo Polin.

  14. In tanti mi hanno chiesto se abbiamo scelto di venire in Polonia in occasione
  15. dell’anniversario della Shoa
  16. ma no,
  17. è stato un caso, e la bellezza sta proprio qui.

  18. È sempre un colpo al cuore ripercorrere quel pezzo di storia.

  19. Passa il tempo ma fa male lo stesso, forse anche di più.

  20. Buona notte sognatori, nonostante la pioggia qui si riescono a vedere le stelle.

  21. Vorrà pur dire qualcosa, no?

 

 

  1. Varsavia è stata quasi completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale,
  2. per poi risorgere partendo dal centro storico a Stare Miasto,
  3. fedelmente riportato in vita grazie ai dipinti del Canaletto.
  4. Ed è proprio la città vecchia che è la chicca.
  5. Oggi abbiamo macinato km a Praga,
  6. l’unico quartiere scampato ai bombardamenti
  7. e che conserva tutt’ora gli edifici fatiscenti di inizio secolo. 
  8. Sono anni di fermento e rinascita,
  9. di atelier di pittori e fabbriche dismesse ora studi artistici.

  10. Sono come la nostra vicina Yugoslavia negli anni ‘80.

  11. Sono le “latterie” – una sorta di mensa ricordo dell’era comunista
  12. e ancora in voga tra gli autoctoni.

  13. Sono cioccolate calde densissime al Wedel
  14. che tuttora ha conservato lampadari e pavimenti originali.

  15. Sono le birrette a metà pomeriggio ed il loro vino, per noi imbevibile,
  16. che ci ostiniamo ad ordinare ogni sera perché sennò con che cosa si brinda?

  17. Sono i colori dei murales ed il cielo plumbeo.

  18. Sono i nostri giorni polacchi 

 

 

  1. Ci ho messo un po’ a capirla, questa città.
  2. Ci ho messo qualche giorno a comprendere la sua riservatezza
  3. ciò che mi ha fatto innamorare di questo paese così accogliente e così pulito,
    1. ciò che mi fa dire con certezza che presto ci rivedremo 

      Di Varsavia non dimenticherò le decorazioni
    2. ma soprattutto lo spirito natalizio a fine gennaio 
    3. Qui Santa Claus  batte il carnevale 10 a zero!

    4. Le zuppe calde, i pierogi due volte al dì
    5. che quelli curano il cuore più di una medicina,
    6. la birra a fiumi ed il vino che la mia nonna avrebbe definito rosolio.

    7. I suoi caffè così caldi, così liberty, così accoglienti.

    8. La cioccolata calda densissima.

    9. Il profumo di pino lungo le strade e la pista di ghiaccio che circonda la sirenetta.

    10. La pioggia  , tanta pioggia, ogni giorno,
    11. ma vuoi mettere il romanticismo?

    12. Perché Varsavia è romantica di brutto, nonostante le ferite,
    13. nonostante il dolore, nonostante tutto ciò che ha passato.

    14. Ha mille facce e altrettante sfaccettature.

    15. Ha la grazia di una vecchia signora che beve un thè caldo
    16. e l’arroganza di una teenager ribelle.

    17. Ha scorci meravigliosi e angolini con silenzi assordanti.

    18. Ha la delicatezza della semplicità.

    19. Ha l’eleganza ma soprattutto ha la lentezza.

    20. Quella lentezza che serve ad assaporare la vita  

 

 

 

  1. Noi siamo passati di qui e ci sono piaciuti tutti un sacco: 
  2. Pod Samsonem – ci siamo fermati a pranzo e ci hanno deliziato
  3. con piatti tipici e birra polacca buonissima;

 

  1. Same Fusy – sala da the carinissima, accogliente e molto polacca!
  2. Io ho preso il the di Winnie The Pooh e vi ho detto tutto!

 

  1. To Lubie – uno dei miei posti preferiti.
  2. Sembra di stare in uno di quei film romantici francesi.
  3. Candele, finestre di legno umide e musica in sottofondo.
  4. The caldo e fetta di torta obbligatori 😉

 

 

  1. Stolica – forse il mio preferito.
  2. Ristorante elegante ma non troppo.
  3. Semplice ma non troppo.
  4. I migliori pierogi mangiati a Varsavia e la carne cotta a puntino.
  5. E ultimo ma non ultimo, sono simpatici!!

 

 

 

 

 

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